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In memoria di Gustavo Balsamo-Crivelli

Il 15 dicembre, dopo breve malattia è morto il

marchese prof. Gustavo Balsamo-Crivelli. I fu­

nerali sono stati imponenti e degni dell'uomo

prematuramente scomparso. Egli era una delle

più singolari figure del mondo letterario torinese.

Era entrato nell'arringo letterario giovanissimo,

quando insegnavano a Torino i Graf, i Renier, e

1 alta coltura piemontese vantava nomi di rino­

manza italiana, per non dire europea. Eppure il

giovane si fece subito notare per la vastità e va­

rietà del suo sapere, la signorile eleganza della

sua forma. I due grandi maestri lo ebbero caro

come uno degli alunni loro più promettenti; il

Renier affidava a lui le chiavi della sua biblio­

teca durante le vacanze, e lì il giovanetto pas­

sava leggendo e annotando ie intere giornate,

mai pago di quanto sapeva, curioso sempre di

nuove cognizioni.

Seguace del più rigido metodo storico propu­

gnato dai grand’ suoi maestri mentre si sprofon­

dava nello studio della letteratura italiana, fru­

gando, per dir così, ogni lembo più riposto di es­

sa, allargava lo sguardo a tutte le letterature e a

tutte le storie. Studioso dei classici e d^gli scrit­

tori moderni, da Om?ro a Goethe o all'ultimo ro­

manzo francese, egli tutto voleva vedere, dì tutto

rendersi conto; e gli amici, la sera, era una gioia

ascoltarlo riferire le sue impressioni, sempre vi­

vide e fresche, sopra le letture della giornata. S:

stava ad ascoltarlo intenti, ed egli parlava per

ore confortato da una memoria di ferro, che gli

permetteva di addurre a conforto della sua cri

tica, e nell'originale, greco, latino, italiano, te ­

desco. inglese o francese che fosse i versi più

belli, le espressioni più incisive. Vivezza e fre­

schezza d'impressioni che appariva poi anche

nell'articolo che ogni settimana usava pubblicare

in qualche periodico letterario o nell’j4

vanti!

Tentò nell'ore di svago anche la poesia, e i

vecchi torinesi rammentano ancora nella

Gaz­

zetta letteraria

qualche suo sonetto, non fosse

che per la eleganza e finezza della forma. Non

(Fot

off- M a x . ( l i . )

pretendeva a poeta; ma della poesia ebbe il sen­

timento ed il gusto. E ad essa, in un ridestarsi

delle passioni giovanili, ritornò circa una diecina

d'anni fa. Quanti gli furono amici rammentano

1

sonetti e le ballate che allora compose <• per ima

pargoletta » — come dantescamente egli diceva

— e che usava loro recitare con squisita loro

soddisfazione. Erano le forme più pure dello stile

nuovo che risorgevano, rimodellate da un arte­

fice peritissimo.

Era di un’attività portentosa ; insegnante, con­

sultore letterario del Paravia, direttore di una

collezione di classici italiani per la Società Edi­

trice Torinese, assiduo della Biblioteca per lun­

ghe ore tutti i giorni, senza riposo mai. Annove

rare tutti i testi da lui curati sarebbe lungo : dal­

le

Nocelle

e dal

Canzoniere

del Bandello al

Flo-

radante

di Bernardo Tasso e all'

Uomo in punto

di morte

di Daniello Bartoli, non ancora uscito

alla luce. Ma chi voglia giudicare della sua prò-