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a

fu sistemato il «<Museo storico d e ll’ ammo-

biliamento artistico » , parecchi mobili, qua­

dri e ornamenti vennero trasportati a Stupi­

nigi, con gusto irreprensibile nella scelta e

nella collocazione, dai castelli di Moncalieri

e di R ivo li, da V illa della Regina e dalla

V illa di Venaria.

* * *

E* curioso notare come dalla fine del set­

tecento al principio del regno albertino la

Reai Palazzina abbia avuto in un solo ses­

santennio ben sei proprietari. N e l 1772 pas­

sava alle R . Finanze. Sopraggiunge l ’ inva­

sione francese. Soppressione d e ll’ Ordine

Mauriziano, i cui possessi diventano beni

nazionali. La palazzina di caccia è donata

al cittadino Garda in riconoscimento d i sue

benemerenze verso la repubblica. Ma, poco

dopo, eg li preferisce certi fabbricati nel V e r ­

cellese e rilascia, in cambio, l ’ edificio di

Stupinigi assegnato, per decreto del gen­

naio 1802, a ll’ Università torinese.

A rriva Napoleone, s'entusiasma della

palazzina e la inscrive nella propria lista

civile. L ’ imperatore, però, non dimorò lì

che undici giorni, dal 5 m agg io 1805, in­

nanzi di partire per M ilano ov e si recava a

cingere la corona ferrea, e a Stupinigi rice­

vè tutti i corpi rappresentativi di Torino .

Giorni operosi, dunque; non certo di ripo­

sante villeggiatura.

A l ritorno dei Sabaudi la palazzina ri­

passò alle R . Finanze e nel 1832 veniva ri­

levata da ll*Azienda Generale della Reai

Casa. Diventò proprietà demaniale nel 1919

con la cessione a llo Stato di vari possessi

della Corona. A questo punto effettuavasi la

restituzione d e ll’ edifìcio a ll’ Ordine Mau-

rtziano. Più tardi, per concorrere anche

finanziariamente alla manutenzione del

« Museo d e ll’ Ammob iliam en to » , istituito

dal Ministero della Pubblica Istruzione, si

fondava a T o r in o la « Società degli Am ic i

del Museo di Stupinigi » .

Resta da accennare a qualcuno deg li ep i­

sodi di maggior rilievo che nella Rea i P a ­

lazzina si svolsero.

Echi di eventi or lieti or tristi. Fu teatro

di principesche cerimonie nuziali e i suoi

giardini s ’ adornarono spesso per memora­

bili feste come, il 14 giugno 1850, in occa­

sione delle nozze tra il Duca di Genova e

la Principessa Elisa di Sassonia. Ma non si

riuscì più a superare lo sfarzo con cui, nel­

l ’ottobre 1773, si era celebrato il matrimo­

nio della Principessa Maria Teresa di Sa­

voia col conte F ilippo Carlo d ’ A rto is , P rin ­

cipe di Francia, salito poi al trono col nome

di Carlo X. In quella circostanza, le sere

del 17 e 20, oltre i tradizionali « fuochi d i

gioia » nel parco, si ebbe — legg iamo in

una pubblicazione sincrona — lo spettaco­

lo, che dovè esser assolutamente fantasma­

gorico, d ’ una luminaria lunga « per tutta

! estensione de llo stradone che da Stupinigi

tende alla Rea i Città di Torino » .

Sono poi da ricordare, tra gli ospiti più

recenti, due figure di donne, a cui il pen­

siero non può innalzarsi senza profonda v e ­

nerazione : l ’ appartamento « della Reg ina »

rimase occupato, per non breve tempo, da

Maria Pia, già Sovrana del Portogallo, la

quale a Stupinigi chiuse il 5 luglio 1911 la

sua tormentata esistenza. N e ll’ appartamen­

to « Nuovo » trascorse molti mesi ogni anno,

dal 1900 al 1919, colei che fu l ’ indimenti­

cabile prima Reg ina d ’ Italia : Margherita

di Savoia.

C A R L O M E R L I N I