Table of Contents Table of Contents
Previous Page  504 / 1512 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 504 / 1512 Next Page
Page Background

1

— WT-— i

~ 0

I " ■

v —

-----------

im i

della Parrocchia del L in go tto ; il che durò

fino al 1865, quando la vecchia pieve di M i rafiori riprese la propria autonomia.

* * *

A ogn i modo, finita o no, Mirafiori fu

certo villeggiatura di sfarzo non comune.

La predilesse Carlo Emanuele 1 quando,

nelle pause de lle guerre, cercava quiete per

gli studi storici e di matematica, cui vo lon-

tieri si applicava, e per le divagazioni p oe ­

tiche nelle quali si afferma gareggiasse con

lamosi letterati del tempo.

...dove Mirafior pom pe di fiori

N e l bel grembo il'Aprii rr.ira e vagheggia

A d ogni grave ed importuna cura

Pien di vaghi pcnsier spesso si fura.

Così il Cavalier Marino in una delle 238

sestine del suo « Ritratto panegirico » ; e

soggiungeva che a M irafiori

...

volte le trombe e l’armi...

il fig lio di «T e s t a di Ferro » compiacevasi

ricrearsi

...fabbricando di Marte alteri carmi

0 tessendo d 'umor leggiadre rime.

Con Carlo Emanuele I la residenza di

Mirafiori attraversò il suo periodo più s ign i­

ficativo. V i trascorrevano liete ore le fig lie

di lui, Margherita e Isabella, in occasione

delle cui nozze, rispettivamente con Fran­

cesco Gonzaga duca di Mantova e con A l ­

fonso d ’ Este duca di Modena, nel m agg io

1608, la v illa s ’ aprì a feste campestri con

giostre poetiche e con le consuete rappre­

sentazioni di soggetto m itologico.

Erano arrivati espressamente a T o r in o i

due cardinali A ldobrand in i e di San Celso ,

zio e nipote, e li ricevè a Mirafiori, con gran

pompa, il Cardinal Maurizio di Savoia.

Una relazione fedele ne dà il cronista

Pom peo Brambilla (stampatori : De Cava-

ieris, Torino, 1608) e brani di essa furono

tradotti e inseriti in un volume francese d e l­

la seconda metà del secolo scorso (E . de

Barthélemy : « 1 principi della Casa Reale

di Savoia "). M irafiori v ’ è descritto » luogo

di piacere nel più remoto confine d una

amenissima campagna, a cui la Natura, co­

me gelosa di sì legg iadro tesoro, ha d ’ intor­

no fatto le mura d 'altissime piante » .

Non diversamente il Coppini s ’era entu­

siasmato, vedendo <■Mirafiori di sì ampie

dimensioni da parere una città » e parago­

nandone i giardini <i a quelli fatati delle

Esperidi e d ’ A lc in o o » .

La citata cronaca del Brambilla accenna

al Sangone « piacevolissimo fiume » per­

corso da aggh indate barchette, e d ice delle

" cento finestre » del palazzo ancora « non

totalmente finito » ma « tuttavia in tale sta­

to che ognuno di quei Principi v ’ ebbe un

comodissimo appartamento » .

Nel medesimo ed ificio, l ’ anno 1631, sot­

to l ’ assillo d e l d isagio economico e del b i­

sogno di pace, V itto rio Am ed eo I firmava

i! trattato con cui si concedeva libero tran­

sito in P iemonte alle truppe di Lu ig i X III,

lasciandogli in pegno la città e la rocca di

Pinerolo.

Cinque lustri dopo , il 18 ottobre 1656,

Madama Cristina vi accompagnava la reg i­

na di Svezia di passaggio per T o r in o , fa ­

cendola assistere a una caccia al cervo.

L ’ abate Va leriano Castiglione, nel render­

ne conto, trovava sempre Mirafiori « mira­

bile per lo sito, sontuoso per l ’ abitato » e

scioglieva inni al fàscino di quelle foreste

che tuttora formano superba guarnizione al

limite meridionale di 1orino suburbana.

* * *

Se Mirafiori è scomparso, g li è successo e

rimane, mèta splendente al fondo del viale,

il palazzo ili Stupinigi, o m eg lio, la »<pa­

lazzina di caccia » voluta dal primo re sa-

*