

L a C o l o n i a d e l l a S c u o l a R i g n o n
in ore 1.27’, fresco all’arrivo come alla par
tenza. Altri bravi : C. Fasano, R. Doglio,
G. Dadone, F. Podestà, G. Gilli, C. Boa-
glio, L. Misani, B. Ferrario ; i primi quattro
han fatto circa Km. 2,5, mentre gli altri va
riano al di sotto di questa cifra fino a Km. I .
E parecchie centinaia di metri a nuoto hanno
percorso altri quattordici ragazzi in gara.
Al termine della quale, una pavida signora
mi ha osservato che era forse eccessiva tan
ta fatica e dannosa, e alla mia assicurazio
ne, che i ragazzi avevano dato ciò che un
razionale allenamento li aveva messi in
grado di dare, scosse il capo, incredula.
Vorrei ora metterle sotto gli occhi le car
telle mediche de’ miei marinaretti, che io
preparo sempre con diligenza. Leggerebbe,
per l’irtino questi dati : aumento di milli
metri
10
nella statura, m/m
21
nell’apertu
ra braccia, m /m 40 nel torace, gr. 1800 nel
peso, kgm.
11
nella forza. E così, su per
giù, tutti gli altri con un sensibile più forte
miglioramento in chi più ha nuotato e si è
prodigato nei vari sports marinareschi.
Non li abbiamo praticati proprio tutti, ma
abbiamo giocato, con un certo successo, il
water-polo.
Buona parte delle nostre fatiche a Loa
no e a Noli è andata alle gite in barca. A
Loano la squadra dei più alti ha toccato, di
mattino presto, i lidi viciniori e, saputolo,
il prof. Ottino, direttore centrale delle scuo
le municipali, ha mandato ai bravi ragazzi il
suo gradito elogio.
A Noli, dove sui dirigenti non grava il
peso di svariate centinaia di colora, memori
del motto mussoliniano :
navigare è osare.
si è osato.
Indimenticabili ore quelle trascorse in
mare sulla fida scialuppa, veloce per la vela
gonfia dal vento, c più lenta, sotto la spinta
cadenzata dei remi. Se non temessi di dilun
garmi eccessivamente, riporterei le impres
sioni dei piccoli, circa le cose viste nelle
gite in mare. Le quali sono state innume
revoli e, a complemento, dopo aver gi.'
portata la nostra prora fin nel porto di Sa
vona, dove i ragazzi ebbero la felicità di
visitare una maestosa nave petroliera, osam
mo, un mattino, avanti l ’alba, volgere la
prua su Gallinara. Quaranta chilometri di
mare e altrettanti pel ritorno mi spaventa
vano, e non pensavo di giungere alla mèta.
Fu il collega, capitano cav. Gallo, col no
stro decorato lupo di mare A. Ganduglia,
ad incoraggiarmi a proseguire, mentre il
cielo si tingeva di luce rosata, fattasi poi
tutta d ’oro. I paesini della riviera, ancora
dormenti, ci passavano davanti agli occhi
come visioni di sogno; sull’alberetto della
vela un mio ardito ragazzo gabbiere in
vano sventolava il berretto per il saluto. Nel
fondo della barca dormivano i piccoli; uno
più canoro cantava in sordina la barcarola
di Boito :
la barca è una cuna
— e i
sogni
raduna :
gli altri ascoltavano guardando, e
tacevano. E tutti accendevano quel viaggio
con le fantasie della propria età : i più colti
s'immaginavano gli argomenti di mitologi
ca memoria, quelli della V si figuravano
marinai di Colombo, altri i corsari di Sal
gari, i tipi melanconici si credevano i nau
fraghi di chissà quale vascello, lo pensavo
al... timone.
Fummo vittoriosi, mercè la vela e anche