

REALCAPELADELAS. SINDONEINTORINO
Nella Cappella ove ancor oggi si custodisce, la
S. Sindone fu deposta nel 1694, dopo che quasi
due secoli e mezzo erano trascorsi da quando, nel
1452, essa era venuta in possesso dei Savoia. In
Chambéry, allora capitale del Ducato, essi le innal
zarono una cappella, e vicino a loro tennero la
Reliquia in varie peregrinazioni, temendo, massime
durante le guerre, di lasciarla incustodita. Eletta
Torino a nuova capitale, Emanuele Filiberto ve la
trasferì nel 1578. Egli intendeva di farle erigere
una chiesa ove con degna pompa potesse vene
rarsi, ed in cui Egli stesso doveva venire seppellito:
desiderio che non potè mandare ad effetto, impe
dito dalle urgenti cure di rassodare il riacquistato
Ducato. Provvisoriamente fu depositata in S. I
jo
-
renzo. Seguendo la volontà paterna, suo figlio
Carlo Emanuele I fa studiare fra il 1615 ed il
3
°
dal suo architetto ducale Carlo di Castellamonte
il progetto di una gran cappella da erigersi in
capo al Duomo; ma per le continue guerre deve
limitarsi ad innalzarle nel 1587 un oratorio entro
il suo palazzo, il
«
Palazzo Vecchio », poi demolito.
Alcuni anni dopo, la S. Sindone è trasferita in
Duomo. Salito al trono il giovane Carlo Ema
nuele II, il Principe Cardinale Maurizio riprende
l’idea della gran cappella e nel 1655 ne commette
all’architetto ducale Amedeo di Castellamonte un
nuovo progetto sul quale verso il 1666 si inizia final
mente la costruzione. Guarino Guarini nominato
nel ’68 ingegnere ducale, ne fa altro progetto, e su
di questo la costruzione continua poi sino alla fine.
Frattanto nell’85 la Reliquia è trasferita nel nuovo
Palazzo Reale, indi ancora in Duomo: donde il
i° giugno del 1694 — trascorso più di un secolo e
mezzo dal testamento di Emanuele Filiberto —
essa è finalmente deposta nella Cappella allor
appunto compiuta.
La Cappella sorse in capo al Duomo, e rimase
distaccata dal nuovo Palazzo Reale, che allora era
limitato massimar'
alla spessa ala rivolta verso
Piazza Castello; nut yia vi era l’idea di un intimo
collegamento col Palazzo, poiché il pavimento di
essa fu tenuto proprio a livello del piano nobile.
Il collegamento fu attuato solo una trentina d’anni
più tardi, sulla fine del Regno di Vittorio Amedeo II,
costruendo l’ala di ponente del Palazzo: ed elevata
ancor da questo Re l’ala verso levante e poscia da
Carlo Emanuele III l’ala verso settentrione, si
ft