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RELIGIOSA IN PIEMONTE

NEI SECOLI XVII E XVIII

La rispondenza, più volte rilevata, fra le vicende

politiche e lo sviluppo architettonico di una re­

gione, trova nella storia del Piemonte e di Torino

in particolare, un esempio di notevole interesse.

Glorie immortali sono legate al Piemonte ed

eventi grandiosi ebbero protagonista il suo popolo

fin dalle epoche più lontane. Furono secoli di

aspre lotte e di guerre sanguinose condotte pres­

soché senza interruzione, e che non permisero

quasi mai quelle condizioni di tranquillità e di

benessere che consentono ad un popolo di dedi­

carsi al miglioramento delle proprie condizioni

di vita.

Accingendosi tuttavia a studiare in Piemonte

le più importanti realizzazioni architettoniche

nel campo religioso, che costituiscono forse l’ele­

mento più caratteristico e notevole dell’edilizia

dei secoli scorsi, è interessante rilevare quale

vasto contributo questa regione, nonostante le

avverse condizioni politico-economiche che vi

perdurarono per secoli, ha recato al patrimonio

artistico italiano. Sotto questo punto di vista la

storia del Piemonte può immaginarsi suddivisa

in due periodi nettamente distinti.

Nel primo periodo, che si inizia con i rivolgi­

menti, le devastazioni e le carestie che seguono

il crollo deU’impero di Roma, assai rare furono

le tregue di pace e di relativo benessere. Scarse

sono quindi le opere architettoniche di qualche

importanza ed ancor meno numerose sono quelle

pervenuteci, sopratutto a Torino, città nella quale

ie esigenze del rinnovamento edilizio iniziatosi

sul principio del seicento, molto hanno distrutto

degli antichi monumenti, o quanto meno hanno

profondamente modificato le caratteristiche archi-

tettoniche e strutturali dei preesistenti edifici.

Cosi nel periodo che va dal XII al X V secolo,

durante il quale monumenti mirabili sorgono in

altre regioni italiane, solo un numero relativa­

mente modesto di costruzioni chiesastiche impor­

tanti appare in questa tormentata

regione

e di

frequente queste costruzioni, più che all’organiz­

zazione ed al

benessere delle città, tono dovute

alla iniziativa di

fiorenti comunità religiose, spesso

lontane dai centri

abitati. Non mancavano certo nel

popolo

nè la tradizione, nè lo spirito religioso;

solo le vicende politiche giustificavano l’assenza

di grandi monumenti in una regione impegnata

fino all’estremo delle sue risorse nel grande com­

pito affidatole dalla storia e dalla sua posizione

geografica. Il fervore religioso si manifestava

invero anche a Torino in numerosi edifìci chiesa­

stici, ma si trattava, salvo poche eccezioni, di misere

fabbriche,

i.

nodestamente arredate, il cui

valore in molti casi potrebbe essere oggi consi­

derato dal punto di vista storico, più che espres­

sione artistica di un’epoca o di una tendenza.

Il campanile della distrutta chiesa di S. Andrea

(X secolo), al posto della quale su disegni del

Cìuarini sorse il Santuario della Consolata (1679-

1705) e che costituiva un completo ed impor­

tante esempio di chiesa basilicale a tre navate,

è pressoché l’unico esempio, unitamente alla

chiesa di S. Domenico (XIII secolo), che ci sia

pervenuto a testimoniare le realizzazioni dell’archi­

tettura romanica a Torino. Molte altre chiese

sono scomparse senza lasciare traccia alcuna della

loro negletta esistenza, così Ss. Marco e Leonardo,

S. Simone, S. Michele, S. Giorgio in Valdocco,

S. Cristoforo, S. Benigno, S. Bernardo di Men-

tone, S. Rolandino, S. Benedetto, S. Sebastiano

e diverse altre, risalenti per lo più al XII e XIII

secolo, tutte demolite nelle successive sistema­

zioni edilizie della città.

Molte altre infine furono radicalmente trasfor­

mate o del tutto ricostruite nell’epoca barocca;

si tratta per lo più delle chiese racchiuse nella

vecchia cinta romana, quali S. Stefano (X secolo)

oggi Ss. Martiri (1577), S. Gregorio e S. Rocco

(XIV secolo) oggi S. Rocco (1667), S. Silvestro

(XII secolo) oggi chiesa del Corpus Domini (1607),

S. Agnese (XII secolo) oggi chiesa della SS. T r i­

nità (1590), S. Agostino (X IV secolo) ricostruita

nel 1550, S. Paolo (XIII secolo) oggi Basilica

Mauriziana (1679) ed altre.

Nelle altre località del Piemonte, invece, nelle

quali mancò in moki casi, nei secoli successivi,

l’opera di rinnovamento che assunse a Torino

grande sviluppo, gli edifici religiosi presentano

ancora frequentemente il carattere originario.

Successivamente il periodo detta rinasrmza,

cosi importante nella storia artistica e culturale