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CITTÀ DI TORINO,
Carta Tecnica Comunale
, Quadrante n. 156 09 4, tav. n. 11 (riprodotta in scala 1:25000).
PERIMETRO
Via Francesco Cigna, fiume Dora Riparia (lungodora Agrigento, lungodora Savona), corso Regio Parco, rondò Francesco Rivella, corso
Regina Margherita.
FORMAZIONE
ORIGINE E SVILUPPO
Il borgo appartiene al tipo dei luoghi borghigiani esterni e vicini alla cerchia della fortificazione, e poi interni alla prima cinta daziaria,
che in epoca contemporanea sono stati interessati da una sorta di trasformazione strutturale: nel senso che il primitivo nucleo
risulta interessato da tre tipi di insediamenti: il complesso edilizio del Cottolengo (una sorta di città nella città, per lungo tempo
in
progress
), l’arsenale militare (presenza fisica forte, con potenzialità anche esplosiva) e la stazione della linea ferroviaria Torino-Ciriè
(poi prolungata sino a Lanzo e a Ceres). La vicinanza del fiume Dora Riparia ha comportato la localizzazione di attività produttive e
di canali per vari usi, agricoli e paleoindustriali; l’andamento curvilineo di alcune strade, che segnano anche il tracciato di qualche
canale, può indicare l’appartenenza cronologica del borgo all’epoca medievale, sia pur tarda come appare nell’area torinese. In senso
retrospettivo, la cartografia fra Sette e Ottocento rivela tale appartenenza storica all’epoca premoderna.
Nel corso dell’Ottocento, il sottile nucleo ad andamento curvilineo e allungato di matrice medievale entra in conflitto con alcuni
insediamenti vari e nuovi che non seguono le regole di piano, perché relativi a graduali interventi di beneficenza, alla produzione
industrialemilitare, alleattrezzaturedi servizio (la citata stazione ferroviaria) ealle infrastrutture (il ponteMosca). L’Ottocentodetermina
poi una rigida partizione del borgo: un limite di perimetro nell’attuale corso Regina Margherita e un taglio viario nell’attuale corso
Giulio Cesare (già via al Ponte Mosca), che divide il borgo in due parti urbane; l’Ottocento, quale secolo che esprime le infrastrutture,
lascia un segno forte nel borgo, incrementato dal ponte in pietra sulla Dora, progettato da Carlo Bernardo Mosca.
Nel borgo, i piani regolatori parziali entro la prima cinta, che dopo gli anni cinquanta dell’Ottocento tendono a regolare l’ampliamento
urbano sul modello del reticolo viario ortogonale, si trovano in presenza di rigidi assetti urbani ed edilizi, costruiti in precedenza, che
neutralizzano quella “cartesiana” scelta di piano; tali aspetti urbani ed edilizi sono: il perimetro poligonale dell’attuale piazza della
Repubblica, le presenze (grandi e forti) del Cottolengo e dell’arsenale militare, il tracciato rettilineo del viale collegato al ponte sulla
Dora. Una parte urbana che risulta invece pianificata è quella costruita attorno alla chiesa di San Gioacchino, parte che si protende
verso il corso Regio Parco.
Il Novecento vede sia un’articolata sostituzione edilizia, espressa in forma dialettica con le preesistenze o in forma violenta e intrusiva,
sia una volontà viabilistica tesa a coprire i canali per trasformarli in strade.