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CITTÀ DI TORINO,

Carta Tecnica Comunale

, Quadranti n. 156 09 4 e 156 09 1, tavv. n. 11 e 12 (riprodotta in scala 1:25000).

PERIMETRO

Corso Novara, via Bologna, piazza Sofia, strada di Settimo, fiume Stura di Lanzo, fiume Po, fiume Dora Riparia (lungodora Pietro Colletta).

FORMAZIONE

ORIGINE E SVILUPPO

Il borgo appartiene al tipo dei luoghi borghigiani esterni alla cerchia della fortificazione, e poi alla prima cinta daziaria. Dapprima,

gli elementi primari relativi alla zona in cui sarà localizzato il borgo hanno coinciso sia con una residenza estiva dei Savoia, sia con

alcune cascine sparse nel territorio (l’Airale, Crotasse, Nigra, la Verdina). Per la residenza estiva dei Savoia, Pietro Abate-Daga nel 1926

scrive che il borgo conserva solo il nome di Regio Parco, perché non esiste più traccia di quella residenza, attorno alla quale l’attività

venatoria si svolgeva in un’ampia tenuta e in folti boschi adiacenti alla Stura. Per il settore manifatturiero, la Manifattura dei Tabacchi

(fino a qualche decennio fa, quando è avvenuta la sua chiusura) rappresentava un importante complesso produttivo – nel quale

lavoravano, ancora fra Otto e Novecento, oltre un migliaio di operai –; a tale opificio è legata la localizzazione del primitivo nucleo del

borgo. Poi, nel corso dell’Ottocento e del primo Novecento, in quella zona si sono anche localizzate altre industrie.

Il primitivo nucleo del borgo, denso e con strade strette, è dunque connesso con il grande complesso produttivo della Manifattura

dei Tabacchi, e la storica via delle Maddalene è sull’asse dell’ingresso principale di quell’opificio. Il perimetro del nucleo borghigiano è

costituito dal corso Regio Parco che separa tale nucleo dalla Manifattura, da una grande area verde – dove una strada è in asse con la

chiesa di San Gaetano da Thiene –, e dalle vie Gottardo, Bologna e Paroletti.

Fra Otto e Novecento, qualche schema di pianificazione interessa la zona territoriale del borgo, con indicazioni normative legate alle

infrastrutture stradali. Il piano (approvato con Regio Decreto del 4 settembre 1887), che sancisce il prolungamento fuori cinta daziaria

dei principali corsi e vie, prevede, nel caso specifico, i prolungamenti della via Bologna e della strada del Regio Parco sino al Parco.

Poi, la scelta di ampliamento urbano, che è tipica degli schemi di pianificazione dei primi quattro decenni del Novecento, è attuata

secondo grandi maglie viarie, connesse con le varianti del piano regolatore progettato nel 1906 e approvato nel 1908: le varianti più

significative sono quelle del 1915, del 1926 e del 1935. Tale scelta conferisce al reticolo stradale del borgo ampliato un andamento che

non è di tipo ortogonale, perché basato su collegamenti stradali diversi. Nella zona, la presenza del Cimitero monumentale e di estese

aree litoranee, relative ai fiumi Dora, Po e Stura, contribuiscono a definire un assetto stradale con planimetria irregolare.