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Adiacente al centro della città, in un settore scandito da ampi isolati regolari, l’area del borgo San Donato si caratterizza per la
presenza di un reticolo stradale che propone evidenti anomalie rispetto al disegno regolare dovuto alla pianificazione ottocentesca,
nonché, soprattutto, per il costruito minuto che ne caratterizza la dimensione ambientale. Sono segni della sua storia, tutt’oggi
ben leggibili, sia la struttura del tessuto urbanistico, sia l’edificato che varia da quello borghigiano dimensionalmente contenuto e
modesto nelle forme, a quello dei primi decenni del Novecento, elegante e raffinato, con affacci su strada di maggiore dimensione.
Si creano così situazioni ambigue, in cui il costruito mostra il connubio – non sempre riuscito – tra i fabbricati del nucleo più antico
e quelli dei settori pianificati: realtà differenti, che convivono in ogni parte dell’area, configurando ambienti dai caratteri variabili.
Il nucleo più antico, individuabile in particolare nella zona a nord e lungo l’asse di via San Donato, all’imbocco da corso Principe
Oddone e protratto a ovest sino a via Saccarelli, mostra un edificato minuto, generalmente dai due ai quattro piani, di fattura
semplice, i cui fronti sono disegnati solamente dalle aperture di facciata e dai rari e modesti decori che talvolta li contornano o
che sottolineano il cornicione o le fasce marcapiano. Su via San Donato tali fabbricati si affacciano in modo ordinato, allineati
lungo il perimetro stradale, definendo un’immagine ambientale che, per quanto trasformata nel tempo (soprattutto dalle vetrine
e dalle insegne dei negozi, nonché dalla presenza delle auto parcheggiate e dall’intenso traffico), riporta a tempi passati. Nelle vie
retrostanti del settore a nord si ritrovano ancora molti edifici di tipo borghigiano, alcuni ben conservati, mentre altri mostrano i
tagli subiti dal coinvolgimento nel nuovo impianto, pianificato sin dal 1868 sovrapponendosi al vecchio. Ne deriva un’immagine di
disordine ambientale protrattasi sino ad oggi, causata sia dalle cesure, non progettate e ben evidenti, alle singole architetture, sia
dallo stravolgimento degli spazi di loro pertinenza, come i cortili interni.
Man mano che ci si allontana dal nucleo più antico verso ovest, nell’area lungo l’asse di via San Donato, si riscontrano lievi e graduali
trasformazioni dei caratteri architettonici dominanti. Vi si alternano edifici appartenenti ai diversi momenti di strutturazione e
completamento del tessuto urbano che, pur se consolidatisi nel corso di oltre un secolo, hanno mantenuto con una discreta coerenza
gli aspetti dimensionali del borgo, alzando a volte il costruito di un paio di piani, ma non stravolgendo gli aspetti volumetrici e la
regolarità distributiva degli affacci su strada. Procedendo ulteriormente verso corso Tassoni, le case più antiche si diradano sempre
più, inserendosi in un edificato misto, configurandosi come la testimonianza della fisionomia remota, in cui questi edifici “fuori
porta” erano circondati dai campi, prima di essere gradualmente coinvolti dagli interventi di pianificazione e saturazione dell’area,
ovvero di venir inglobati nell’ampliamento della città verso i territori di campagna, quando il borgo è divenuto una cerniera tra il
centro cittadino e la periferia occidentale.
Totalmente diversa dal settore assiato su via San Donato risulta la situazione nell’ambito compreso tra via Cibrario e i corsi Francia
e Tassoni, su di un impianto a scacchiera, in cui l’edificato è costituito prevalentemente da quell’edilizia qualificata che, a partire
dai primi decenni del Novecento, ne ha definito la veloce strutturazione, caratterizzando quella parte di città con un’architettura
pregevole (di palazzi e palazzine) in cui spiccano quei preziosi edifici Liberty che ne caratterizzano molti scorci.
RILIEVO URBANO
Via San Donato nel tratto tra corso Principe Oddone e via Saccarelli.