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È di certo una delle borgate torinesi che meglio conserva l’immagine ambientale originaria, pur presentandone caratterizzazioni
diverse al suo interno.
Permane infatti un nucleo abbastanza compatto, ben riconoscibile nel suo aspetto minuto che riporta a atmosfere urbane del
passato, compreso principalmente tra le vie Colleasca e Nicola Fabrizi (a nord e a sud), e i corsi Tassoni e Svizzera (a est e ovest).
All’esterno di questo settore permangono tracce edilizie dell’antica borgata, spesso però costituite da singole unità isolate entro un
tessuto architettonico con caratteri formali e volumetrici misti, costituitosi in fasi successive al primitivo impianto. In particolare l’area
incardinata su via Rocciamelone propone tuttora una condizione ambientale omogenea, in cui i caratteri originari si sono mantenuti
sia nella immagine complessiva della strada, sia in quella delle sue architetture, caratteri esaltati dai risultati di interventi recenti di
recupero urbano (ad opera degli Enti comunali), che hanno pedonalizzato alcune parti, evitandovi così l’immagine impattante delle
automobili, che contrasta con quella d’insieme della borgata antica e hanno in molti casi sostituito l’asfalto delle pavimentazioni con
andane in lastre di pietra e acciottolato. In questo settore prevalgono edifici di pochi piani (due o tre, massimo quattro), con tetto a
doppia falda e aperture a taglio verticale, scarni nell’apparato decorativo; la presenza di alcuni edifici con caratteri disomogenei, pur
risultando estranea alle peculiarità ambientali, non offusca l’immagine d’insieme, poiché essi appaiono isolati nella loro singolarità.
La situazione si complessifica però in prossimità di via Colleasca, ove convivono a fatica costruzioni o interi fronti strada dell’antica
borgata con edifici di concezione moderna, alieni non solo per gli aspetti formali esaltati dall’uso di materiali e colori di facciata
discordanti con quelli tradizionali, ma soprattutto per l’impatto di scala: volumetria e altezza maggiori, frequente assenza del
cornicione sporgente, caratteristico negli edifici più antichi.
Una netta cesura nella percezione ambientale con il settore maggiormente conservato si coglie analizzando via Balme, che propone
una propria identità caratterizzata da edifici generalmente di tre-cinque piani (pochi quelli di due), più ricercati nelle forme
architettoniche, e peggiorata dal manto stradale asfaltato e dalla presenza del traffico e delle vetture parcheggiate perimetralmente.
Un caso a sè è costituito da via Nicola Fabrizi, fin dalle origini dell’antica borgata Campidoglio una delle sue principali arterie di
collegamento tra la città consolidata e i territori foranei, e pertanto soggetta a interessi economici che, nel tempo, hanno determinato
frequenti implementazioni e sostituzioni edilizie. Oggi è costituita da edifici di varie altezze (mediamente di tre-cinque piani, con pochi
casi residui di uno o due, mentre alcune costruzioni di fattura recente raggiungono anche gli otto o dieci. Quelli più antichi propongono
architetture volumetricamente essenziali ma spesso decorate (nelle cornici, negli zoccoli, negli elementi di spigolo), che conferiscono
all’insieme un’immagine ambientale piuttosto ricercata, in funzione del ruolo, consolidato nel tempo, dell’asse stradale.
Nelle aree perimentrali al nucleo sin qui trattato, il fattore identitario di riconoscibiltà ambientale della borgata originaria man mano
si disperde mantenendo qualche labile traccia del passato solo in singoli edifici.
Via Rocciamelone e via San Rocchetto, tra le strade che meglio hanno
conservato i caratteri originari di borgata Campidoglio: un'edilizia
minuta ed essenziale nella sua concezione compositiva e decorativa.
RILIEVO URBANO