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SISTEMI ED ELEMENTI GIÀ SEGNALATI COME CARATTERIZZANTI

Nell’individuazione di

Beni architettonici ambientali

(1984) preliminare allo studio del Piano Regolatore di Torino poi non realizzato,

l’ambito

Borgata Pilonetto

, perimetrato da corso Moncalieri, corso Sicilia e suoi ideali prolungamenti sino al rivo Pattonera e sino al

ponte Principessa Isabella, era segnalato «di interesse ambientale e documentario».

Nello studio su

Qualità e valori

(1992), pur considerandola nella categoria dei «tessuti minori e lottizzazioni esterni alla cinta daziaria

del 1853» la borgata non veniva confermata come elemento da salvaguardare, perché i suoi valori storico-ambientali ne risultavano

troppo compromessi.

INFRASTRUTTURE

CORSI, STRADE E VIE PRINCIPALI

Corsi: Moncalieri, Sicilia.

STRADE E VIE INTERNE (PRIVATE E NON)

Vie caratterizzanti: trasversali tra i corsi Moncalieri e Sicilia; innesto via

Sabaudia.

FIUMI, TORRENTI, RII, CANALI E BEALERE

Fiume Po

PONTI E PASSERELLE

Ponti: Principessa Isabella (1880-81); Balbis (delle Molinette), in asse al

corso Bramante, 1932

AREE PUBBLICHE (PIAZZE, PIAZZALI, LARGHI E AREE VERDI)

Piazze: Scevola, Zara. Slargo all’ex barriera di Piacenza (corso Moncalieri

400). Aree verdi: fascia lungo il Po; aree alle pendici collinari.

EDILIZIA PER LA RESIDENZA

Da

Beni culturali

, cit., si segnalano: Villa Sambuy già Engelfeld, corso

Moncalieri 167, preesistente al 1712. Complesso di villini con lottizzazione

preordinata, corso Moncalieri 289-291, del secondo ventennio del

Novecento. Casa di civile abitazione, corso Moncalieri 225, esistente nel

1902 quando fu ampliata da Eugenio Mollino.

ELEMENTI DI TIPO PRIMARIO (ATTREZZATURE)

EDILIZIA PER L’ATTIVITÀ SCOLASTICA

Da

Beni culturali

, cit., si segnalano: Scuola elementare A. Prato, via Aquileia

1, corso Sicilia 33-29, costruita dal 1921 dal Comune di Torino, progetto ing.

Barale. Scuole materne: Borgnana Picco, corso Moncalieri 218, costruita

nel 1923 dalla Federazione asili infantili suburbani; del Fioccardo, corso

Moncalieri 400, ex edificio daziario alla barriera di Piacenza (cinta daziaria

1912) edificato nel 1929.

EDILIZIA PER IL CULTO

Da

Beni culturali

, cit., si segnala: Santuario della Madonna Addolorata, corso

Moncalieri 227, di gusto eclettico, progetto arch. Giuseppe Gallo, 1891.

EDILIZIA PER L’INDUSTRIA

Da

Beni culturali

, cit., si segnalano: Manifattura di Moncalieri, strada com.

del Fioccardo 135, complesso tardo ottocentesco con palazzina ampliata

da Antonio Vandone di Cortemiglia e padiglione di metà Novecento degli

archh. Passanti e Perona.

ELEMENTI OGGI INDIVIDUATI COME CARATTERIZZANTI

Il carattere del luogo si può valutare partendo dall’ex Barriera di ponte Isabella (con una riduzione del perimetro verso l’ex Barriera

di Piacenza, perché nel tratto iniziale della borgata sono stati demoliti alcuni edifici, come si è qui ricordato nel paragrafo

Origine e

sviluppo

). Ed è proprio guardando dal ponte Isabella che si vede un piccolo nucleo di borgata, stretto fra il corso Moncalieri e il Po,

con un

mix

di tipi edilizi e di funzioni. Nella parte verso il fiume, altri riferimenti significativi sono quelli di alcuni assi viari, corti e

stretti, identificabili nel rapporto tra morfologia urbana e tipologia edilizia (segnalati per sfatare il detto veteroigienista: dove non

entra il sole entra il dottore).

Nella parte verso la collina, interessante è la via Sabaudia: il tracciato collinare esula da questo studio, ma il suo tratto iniziale assume

un aspetto urbano che è connesso al transito di una linea tranviaria, poi soppressa nel secondo dopoguerra.

La prima metà del Novecento vede la borgata disporsi in modo lineare seguendo il tracciato di corso Moncalieri, prevalentemente

nella parte verso il Po, con alcune vie trasversali d’importanza diversa, in direzione del fiume e della collina. In un primo arco di

tempo, la borgata risulta costruita in carenza di riferimenti normativi (nel senso che la presenza di norme è solo assiale rispetto

alla strada verso Moncalieri); con il tracciato della seconda cinta daziaria, si conserva la Barriera di Piacenza, e si propone un primo

disegno di piano per la borgata, che tende a mantenere l’assetto urbano preesistente e a delineare qualche nuovo tracciato viario;

soppressa la cinta (1930), le successive indicazioni di piano – ormai libere dal vincolo daziario – precisano l’assetto viario precedente,

e si attua qualche demolizione all’esterno dell’ex barriera e all’interno della borgata, nella parte verso il Po fino al ponte Isabella.

Ancora nel secondo dopoguerra, a conferma di una certa vischiosità d’uso dei luoghi della città, lo spiazzo attorno all’ex Barriera di

Piacenza acquisisce un ruolo di nodo urbano quale capolinea tranviario, poi soppresso.