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La città contemporanea. Il Novecento

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marzo 2011

marzo 2011

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Torino: storia di una città

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Casa Aurora (A. Rossi,

G. Braghieri, 1984-

87), sede del Gruppo

Finanziario Tessile,

cita elementi tradi-

zionali torinesi, come

porticato e abbaini.

Il Castello di Rivoli

diventa nel 1984 sede

del Museo di arte

contemporanea (A.

Bruno), prima grande

istituzione italiana del

settore.

Il Museo nazionale

del Cinema apre nel

2000 il suggestivo

allestimento nella

Mole Antonelliana su

progetto di François

Confino.

Grande successo per

la trasformazione del

complesso industriale

Carpano nel centro

enogastronomico Eataly

(Negozio Blu, 2007).

La nuova Porta Susa

(Arep con S. D’Ascia

e A. Magnaghi, 2004-

12) è il nuovo princi-

pale scalo ferroviario

cittadino.

La Scuola interfacoltà

per le Biotecnologie

(L. Pia, 2000-06)

sorge sull’area già

occupata dalla Facoltà

di Veterinaria.

La Linea 1 della

Metropolitana viene

inaugurata il 4 febbra-

io 2006 e completata

a marzo 2011. È in

progetto la Linea 2.

Simbolo dei Giochi olimpici invernali del 2006,

l’arco olimpico di Hugh Dutton dà accesso al

villaggio olimpico (coordianato B. Camerana)

negli ex Mercati generali (U. Cuzzi, 1932).

Le vie del “Quadrilatero”, il centro più antico

della città e un tempo area degradata a ridosso

del mercato di Porta Palazzo, sono ora il luogo

della “movida” e degli svaghi serali.

Il nuovo complesso per uffici, residenze e

commercio (Snos, 2002-09) nella Spina 3 è un

progetto significativo di riconversione di un edi-

ficio industriale di pregio, quello delle Officine

Savigliano (E. Bonicelli, 1917).

I luoghi

2011

Tra presente e futuro.

1980-2011

• La crisi (nel 1982 chiude il Lingotto) è l’occasione per

ripensare la struttura

produttiva e morfologica

di Torino e dell’area metropolitana.

• Il

Piano regolatore generale

è approvato nel 1995: al centro, il trasporto pub-

blico con il Passante ferroviario e la metropolitana), il recupero delle aree ex

industriali (Lingotto, Spine) e della trama storico-ambientale (centro storico,

Residenze sabaude, Corona verde), il sostegno all’offerta culturale (nuovi mu-

sei, arte contemporanea e cinema).

• I “

grandi eventi

”, dai Giochi olimpici invernali al 150° dell’Unità d’Italia,

sostengono il disegno di cambiamento e di superamento della monocultura

manifatturiera.

• La società torinese muta, così come il suo tessuto urbano, anche grazie

all’incremento della

popolazione straniera

.

• Torino non si ferma

: nuovi progetti e nuovi cantieri disegnano la città futura.

Le strategie progettuali si allargano oltre la

dimensione metropolitana

, coinvol-

gendo Pianura Padana (almeno fino a Milano) e territori alpini e transfrontalieri.

Fotografie di Bruna Biamino, Fabrizia di Rovasenda, Michele D’Ottavio e Dario Lanzardo

Il grattacielo Lancia (N.

Rosani con G. Ponti,

1953-64), emblema

della casa automobili-

stica nata in Borgo San

Paolo, è uno dei simboli

del boom economico.

Il villaggio operaio della Snia-Viscosa voluto nel

1925 dall’imprenditore e collezionista Riccardo

Gualino (a cui si devono anche il Palazzo per

Uffici e la villa omonima sulla collina) coniuga

modelli ottocenteschi e nuova edilizia popolare

della Torino industriale.

Villa Fenoglio (P. Feno-

glio, 1902) è una delle

maggiori testimonianze

del Liberty, coeva della

torinese Esposizione

internazionale di Arte

decorativa moderna.

La ricostruzione di via Roma (1931-37),

coordinata da Marcello Piacentini, è episodio

celeberrimo nella cultura urbanistica italiana tra

le due guerre, oggetto di scontro tra innovatori

e tradizionalisti.

La Fiat Mirafiori (V. Bonadè Bottino, 1939,

ampliato nel 1959) è l’emblema della città indu-

striale, imponente scenario dell’affermazione del

fordismo e delle sue ricadute nella storia politica,

economica, sociale e sindacale del ’900.

Il deposito dei tram

ora GTT in zona San

Paolo (M. Dezzuti, C.

Gariglio, 1926-28).

Il Sacrario del

Martinetto (1967)

ricorda gli oltre 60 tra

partigiani e resistenti

condannati a morte

dal Tribunale speciale

fascista nel 1943.

Nell’ambito del Piano

Ina-Casa (coordinatore

G.Astengo, 1951), il

quartiere autosufficiente

di Falchera si scontra

con la realtà dell’emar-

ginazione dalla città.

La Bottega d’Erasmo

(R. Gabetti e A. Isola,

1956) è uno dei casi

più dibattuti dell’archi-

tettura italiana del ’900

per la rottura rispetto al

Movimento moderno.

Il complesso di Mira-

fiori Sud, realizzato

dall’Ina-Casa negli

anni ’60, prevede

edifici prefabbricati a

pettine e 798 vani per

12.000 abitanti.

1922

Tra le due guerre.

1911-1945

• Dopo la prima guerra mondiale

l’industria si riorganizza in senso

“fordista” e “taylorista”; sorgono gli

stabilimenti Fiat

Lingotto

(1922) e

Mirafiori

.

• La città cresce per grandi “tasselli”:

l’industria, i quartieri di edilizia po-

polare pianificata, i servizi collettivi.

• Nel 1928 Riccardo

Gualino

commissiona a Pagano e Levi-Mon-

talcini la sede del gruppo, icona del

Razionalismo italiano.

• Via Roma Nuova

(1931-36) rior-

ganizza la città storica, tra retoriche

della dittatura e grandi investimenti

finanziari.

1961

Da città a metropoli.

1946-1980

• La città del

boom

economico e dell’immigrazione cresce a

macchia d’olio

. Nel

1971 supera 1.100.000 abitanti.

• Trionfa l’idea della

città-fabbrica

, con l’assoluta sovrapposizione tra spazi del

lavoro e dell’abitare.

• Nel 1959 viene approvato il

nuovo Piano regolatore

.

• Le celebrazioni di Italia ’61 sono un momento importante di crescita pianificata,

con episodi architettonici di grande visibilità anche internzionale.

• Negli

anni Settanta

si manifesta la

crisi del modello industriale

consolidato, che

porterà a una riconversione dei paradigmi di sviluppo, sia a livello industriale e

produttivo, sia a livello urbanistico e architettonico, così come in ambito sociale e

culturale.

• Le classi sociali più ricche non sono più nel centro città, ma occupano ora la

collina, interrompendo una “prassi” residenziale di origini secolari.