

La città contemporanea. Il Novecento
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marzo 2011
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Torino: storia di una città
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L’ingresso sud della città, definito dal piano urbanistico di Italia ’61, è al centro di alcune della maggiori trasformazioni recenti e tuttora in corso per il riutilizzo delle
emergenze architettoniche, dal Palazzo a Vela per Torino 2006 al Palazzo del Lavoro (fotografia di M. d’Ottavio).
LA CITTÀ contemporanea.
IL NOVECENTO
Città-fabbrica per antonomasia e meta di sempre nuove immigrazioni,
nel corso del Novecento Torino dissolve la logica della crescita tradizionale per parti contigue.
Nel secondo dopoguerra esplodono contraddizioni e potenzialità che ancora oggi,
nel pieno di una sfida di rinnovamento e reinvenzione, coesistono nella città reale e in quella progettata.
di
Antonio De Rossi
P
er lunga parte del Novecento, Torino
è la
ville industrielle
per antonomasia,
un caso esemplare, come è stato scrit-
to dal geografo Arturo Lanzani, di «forma
spaziale tipica di una società locale fordi-
sta». La configurazione della
città-fabbri-
ca
e la sua immagine totalizzante fanno
da
pendant
al paradigma della crescita,
che guiderà Torino fino alla crisi di siste-
ma che si apre alla fine degli anni settanta.
Una crescita sovente non accompagnata
dalle figure tipiche della modernità, per-
ché la
one company town
non ha bisogno
di altre immagini in cui identificarsi, oltre
quella che lega capitale e lavoro.
Dagli anni ottanta i modelli entrati in cri-
si non verranno sostituiti da altri paradig-
mi, neanche alternativi. Si lavora semmai
per articolazioni di immagini, per presa
di distanze successive. E forse, è proprio
sul tema delle trasformazioni della città
fisica che si possono registrare le maggio-
ri differenze: alla crescita senza fine, alla
compenetrazione tra lavoro e residenza, si
sostituiscono i temi della riqualificazione
e della riscrittura-densificazione del co-
struito.
Ma quali sono le fasi che segnano la storia
di Torino durante il Novecento?