

avaient tant de penchant
à
mettre leur confiance.
li
n'y a rien que nous n'eussions pu obtenir de ce
sentiment avec lequel nous les aurions arretés juste au point qui aurait convenu
19.
Né con la rivoluzione di luglio e il trionfo definitivo della borghesia liberale si rag–
giunse ancora la stabilità. Il conte di Praslin fu mandato a Carlo Felice per annunciare
l'avvento al trono di Luigi Filippo con istruzioni miranti ad amicarsi il re di Piemonte.
Senonché, morto poco dopo il vecchio re , Carlo Alberto venuto al potere parteggiò
per la duchessa di Berry, firmò con 1'Austria una convenzione militare segreta 20 e fece
di Torino il centro di irradiazione di una crociata legittimistica in Europa. Seguirono
poi le dure repressioni del 1833 e del 1834. Da parte francese è noto il doppio lin–
guaggio di Parigi sul principio di non intervento nel 1831.
Nel 1835 , le istruzioni date dal duca de Broglie al ministro francese a Torino conte
de Rumigny sottolineavano il carattere esitante e contraddittorio della personalità e
del comportamento del sovran0 21. In esse si ricordava come Carlo Alberto, postosi un
momento sulla via delle riforme, desistette tosto, perché:
la crainte de para/tre sacrifier aux doctrines libérales, de passer pour novateur et de déplaire
à
l'Au–
triche lui fit ajourner indéfiniment ces améliorations, et la Sardaigne a continué de présenter le spec–
tade d'un pays, où la volonté despotique d'un souverain domine l'autorité de la loi, jusque dans les
transactions de la vie civile, mais
OÙ
le peuple, docile par nature autant que par habitude, serait le
plus facile de tous
à
contenter en fait de réformes
22 .
Dalla fine del 1833, il corso delle cose aveva indotto un miglioramento nelle rela–
zioni, diventate «calmes, faciles et conciliantes». Decisiva !'influenza del Solaro, che a
Torino aveva sostituito il La Tour. Il re mostrava di essere nelle stesse disposizioni,
benché esistesse in lui «de très fortes préventions contre la nature et les principes de
nos institutions» e per le forme di governo «antipathiques à tout ce qu 'on a été accou–
tumé à préférer et à respecter à Turin»23 . La malevolenza di Carlo Alberto non era del
tutto spenta: «esprit faible, caractère indécis et sans volonté, les influences de congré–
gation et d'aristocratie» lo avrebbero legato ancora per lungo tempo a sistemi di
governo che accomunavano Torino e Vienna. Ma gli indispensabili rapporti di territo–
rio, di commercio, di giustizia e d'amministrazione gli imponevano di vivere in armo–
nia con la Francia, che non domandava nulla di più. La Francia non si sarebbe intro–
messa negli affari interni del Piemonte ma sarebbe stata la prima a difenderlo se la sua
indipendenza fosse minacciata. La missione del Rumigny doveva quindi essere «bien–
veillante sans empressement trop marqué, conciliante et facile en tout ce qui pourra
ajouter à la bonne intelligence des rapports» tra i due paesi 24.
Il 19 giugno 1846, il barone Hector de Mortier, ambasciatore francese a Torino,
incaricato dal Guizot scrisse per lui una relazione, la quale riassume in sé lo sguardo
sfumato che la diplomazia francese portava, dopo trent' anni e a pochi mesi dagli avve–
nimenti del 1848, sul Piemonte, sul re e sul governo di Torino. Vi si leggono due
ritratti finemente analizzati, del re e del ministro della guerra Emanuele Pes di Villa–
marina, dal Mortier considerato l'uomo forte del partito liberale moderato in seno al
governo.
Il Mortier, che dichiarava di avere con il Villamarina dei rapporti «suivis et assez
intimes», sottolineava la sua francofilia, ch'egli opponeva all'austrofilia dei La Marga–
rita, De Maistre e Collegno e di tutti quelli che avevano sin qui spinto il re ad assume–
re posizioni legittimiste nei riguardi della monarchia di luglio.
19
GUILLAUME DE B ERTIER DE SAUVIGNY,
La
politique
italienne de la France de
1815
à
1830,
in
La Restaurazione
in Italia. Strutture e ideologie.
Atti del XLVII Congresso
di Storia del Risorgimento Italiano, Roma, Istituto per la
Storia del Risorgimento Italiano, 1974, p. 119.
20
il
23 giugno 183
l.
21
MAURICE-H ENRI WEIL,
L'état des relations entre la
France et la Sardaigne 0 835-1 836),
in «Revue des études
historiques», luglio-settembre 1918, p. 277.
22
Ibidem,
p.
282.
23
Ibidem,
p.
284.
24
Ibidem,
p.
28,5 .
455