Table of Contents Table of Contents
Previous Page  485 / 556 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 485 / 556 Next Page
Page Background

Cousin cercò di entrare in contatto con lui: ebbe inizio un 'amicizia sincera e duratura,

i cui effetti furono misurabili ben al di là della morte dell'eroe di Sfacteria. In Francia

il luogo d 'incontro del gruppo in seno al quale si elaborò una delle immagini, sicura–

mente la più portante, del Piemonte prequarantottesco e della sua capitale, fu la casa

parigina del principe Emanuele Dal Pozzo della Cisterna, presso cui convennero, oltre

al Cousin, tanti torinesi in esilio o di passaggio, il fior fiore della futura classe dirigente

subalpina: Gioberti, Lisio, Provana, Collegno, Cavour e altri. Già prima che il Santa–

rosa morisse, il Cousin aveva intuito la solidità morale e politica degli uomini piemon–

tesi e previsto la funzione storica del regno sardo. Nel 1826, Mary Clarke scriveva nel

suo «Journal», dopo una visita al Cousin: «Nous avons parlé de l'Italie; il dit qu'il y a

des géants, que le Piémont est admirable. C'est surtout du Piémont qu'il parle»7.

E più tardi, Costanza Arconati:

Et quand je me reporte au temps où nous étions réunis tous les soirs me de Bourgogne [in casa La

Cisterna] , il me semble presque que nous n'avions pas

à

nous plaindre. Combien de fois nous avons

dit avec Collegno et Berchet qu'il n'y avait que Cousin en France qui sympathisat véritablement

avec le Piémont, qui désirat son agrandissement. Si c'est le souvenir de Santarosa qui nous vaut

cette sympathie, héni soit le souvenir de Santarosa

8 .

Nelle pur diverse impostazioni del Lamartine e del Cousin, si misura la distanza

ideale percorsa da quando il primo, con i viaggiatori del «Grand Tour» o quelli dei

primi anni dell'Ottocento, pensava che l'Italia era terra dei morti. Nel volgere di un

mezzo secolo si era incrinato il mito letterario di un'Italia terra del passato e si era

affermata, prendendo via via consistenza, !'idea del rinnovamento civile d'Italia di cui

partecipava pienamente il Piemonte, e non soltanto come provincia guerriera. Ma per

il Lamartine Torino capitale del Piemonte sì, d 'Italia no.

L'immagine che si ebbe in Francia del Piemonte e della sua capitale si era costruita

attraverso vari canali uno dei quali è, dunque, quello dei loro emigrati: Torino fuori di

Torino, quindi. Essa fu mediata da quelle centinaia di artigiani, commercianti, liberi

professionisti, intellettuali, recensiti da Giorgio Marsengo e Giuseppe Parlat0

9 ,

da Sal–

vatore Carbone

lO

o evocati negli epistolari, nei diari e nelle memorie del tempo , e

anche da personaggi di gran rilievo o addirittura comprimari, come Gioberti e Giacin–

to Provana di Collegno per Torino, o Francesco Salfi esule della repubblica napoletana

diventato scrittore francese , o Giuseppe Ferrari per Milano, che svolsero mansioni di

primo grado nel giornalismo o nell'Università francese e condizionarono anch'essi la

voce e lo sguardo della Francia

ll

.

Importante sotto questo aspetto è ad esempio la

polemica Ferrari-Gioberti perché il Ferrari, professore di filosofia nell'Università di

Strasburgo, parlava in nome della cultura laica francese e continuò la critica al neoguel–

fismo e al moderatismo in una serie

di

articoli pubblicati su riviste francesi tra il 1844 e

il 1848) mentre si sviluppava in Francia la battaglia antigesuitica condotta da Quinet,

Michelet, Eugène Sue, Thiers e Guizot e a Torino invece i gesuiti rimanevano molto

influenti per volere del Solaro e vanificavano gli sforzi riformistici di Carlo Alberto.

Un esempio caratteristico del rapporto speculare tra

l'opinione

francese e quella

degli esuli è fornito per l'appunto da Giacinto Collegno e da Victor Cousin:

l'ai passé deux semaines en Piémont, pendant les vacances - scrive Collegno a Cousin nel 1840 in

una corrispondenza tra Bordeaux e Parigi - . Je n'ai vu que Lisio qui était aussi touché que moi de

7

SALVO MASTELLONE,

Vietar Cousin e il Risorgimento

italiano,

Firenze, Le Monnier, 1955, p. 1Ol.

8

GIUSEPPE MASSARI,

R icordi biografici del generale

A lfon so La Marmora, Firenze,

1880, p. 12, citato da S.

MASTELLONE,

op. cit.,

p. 104.

9

GIORGIO MARSENGO e GIUSEPPE PARLATO,

Diziona–

rio dei Piemontesi compromessi nei moti del

1821, Torino,

Comitato

di

Torino dell'Istituto per la Storia del Risorgi-

mento Italiano, 1982.

lO

SALVATORE CARBONE,

I rifugiati italiani in Francia ,

Roma, Istituto Storico del Risorgimento, 1962.

11

GIUSEPPE FERRARI,

De la philosophie catholique en

Italie,

in «Revue des Deux Mondes», marzo e maggio

1844 ; VINCENZO GIOBERTI ,

Réponse

à

un artide de la

«Revue des Deux Mondes»,

Bruxelles, Méline, Cans et

Ci" 1844.

453