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A scanso di classiche quanto croniche confusioni, è

subito indispensabile precisare che qui si intende significare

forma e contenuto

estrinseci,

cioè rispettivamente le perce–

zioni sensibili che l'opera ci trasmette, e le esigenze pratiche,

l'occasione di esistenza della medesima.

In quanto a forma e contenuto

intrinseci

è noto che non

possono vivere disgiunti se non per astrazione in quanto l'opera

d'arte è tale appunto in virtù della loro sintesi.

Se al profilo di queste urgenti distinzioni paragoniamo un

elemento architettonico classico con uno romantico assistiamo

ad una automatica sostituzione di termini che immediata–

mente dimostra l'inconsistenza teorica della polemica soprac- .

cennata: valida rimane in sede contingente di aderenza ad

un gusto.

** *

Se esamimamo gli elementi architettonici di una mem–

bratura di spirito classico, ad esempio rinascimentale, scor–

giamo come quelle forme in origine funzionali non esprimono

ora più alcun dramma strutturale, ma bensì mascherano questo

travaglio tecnico, risolto in modo occulto, cristallizzate e so–

prapposte in valida

espressione formale decorativa.

Qui il fatto tecnico, cioè la esigenza pratica di esistenza

materiale, non entra in causa. Il fatto estetico è demandato

invece integralmente alla forma che si trasfigura e diviene

intrinseca

appunto in sintesi estetica con un contenuto espresso

in virtù di una individua modulazione di se medesima:.I'ac–

cento batte sulla forma.

Analoghe considerazioni possono valere alla verifica nel

medesimo senso di un'opera di spirito classico nell'architet–

tura attuale; possiamo scegliere casi più o meno puri, da

Wagner a Mackintosh e Loos; da Dudok a

1

eutra e Mies

Van der Rohe.

.

Qui spazi e membrature nate da un pretesto struttivo fun–

zionale sono esteticamente vivi solo in virtù della loro forma,

assente ogni valore associativo tra. questa forma e la loro esi–

genza tecnico funzionale: l'incanto poetico si esprime attra–

verso l'immagine, l'accento batte ancora sulla forma che

libe–

ramente

si modula in contenuto.

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