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vagheggiamento di una borghesia alle prime armi, troviamo

lo spirito romantico.

Nell'eclettismo, dove addirittura stili differenti sono as–

sunti culturalmente in blocco a funzionare come simbolici

vocaboli di un gusto contingente parallelo, analogamente tro–

viamo lo spirito romantico in una delle sue espressioni deteriori.

elle poetiche del funzionalismo e del

«

razionalismo

»,

con

paradosso apparente, troviamo sempre gli spiriti del romanti–

cismo: la tecnica, intelligibile per cultura,

è

fatta vocabolo a

esprimere ed esaltare la dinamica della funzione, del pratico

operare, del divenire della vita in uno con l'imponenza dei

suoi problemi organizzativi.

on a caso mi sono indugiato a schematizzare spirito clas- ·

sico e romantico e discendere a paralleli con l'architettura

attuale. I confronti potrebbero estendersi a tutte le arti con–

temporanee, con la constatazione di un iato imponente tra

il gusto degli autori e quello del pubblico.

E

questo dualismo

un:'

aspetto assolutamente nuovo nella storia della società,

denunciato squisitamente dall'architettura, in quanto l'esi–

stenza di questa

è

condizionata in modo imponente dalle

istanze di quel pubblico che

è

committente in contrasto con

lo spirito degli autori.

Se l'artista autentico non può che esprimere un ideale

differente da quello della maggioranza della società di cui

è

parte, non vi

è

da concludere, con ovvi passaggi, che per una

frattura dell'unità interiore, per una crisi non solo, ma ancora

per una cosciente rinuncia, anzi evasione dello spirito dai pro–

blemi da questa.

Ton

è

più qui

il

luogo per legittimare la validità di uno

spirito classico o romantico conviventi in qualsiasi tempo, l'at–

tuale compreso, come ho esemplificato, ma bensì per accusare

come

non architettura

il conformismo di quelle forme indi–

scusse, anzi volute, specchio dell'evasione dell'uomo da se

stesso, della paura e negazione del suo presente, e per contro

tendenti verso un edonismo rievocante forme di vita per lui

perdute e pur sempre vagheggiate come sogno velleitario.

Anche

«

l'architettura moderna

»

è

divenuta, oggi, retorico

frammento di un gusto.

II

«

dirigente » di una grande industria pontifica:

«

II

, palazzo' dei miei uffici sia in stile moderno, le automobili

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