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tenenti al Regno di Sardegna, e non pochi d'alt re provincie ita –
liane dei quali le famiglie presentivano l'avvicinarsi del momento
in cui i Re di Sar degna dovevano divent are «per graz ia di Dio
e per volontà della Nazione» Re d'Italia; li accolse, li educò e
lasciò impre sso nell'animo di ciascuno un ricordo profondo, una
cara tteristica comune, un'impronta speciale. Dai particolari, che
siamo andati con cura minut a raccogliendo, emerge quale sia
stato
l'lndìrlzzo
e l'effetto dell'educazione impartita nell'Accade–
mia. Le doti naturali, che per eredità e per tradizioni guerriere,
facevano i Piemontesi così particolarmente adatti alla- vita mi–
lit are, venivano coltivat e e sviluppate negli allievi sia coll'azione
diretta dei superior i sia lasciando svolgersi efficacissima quella
mutua dei compagni. « Tutto ciò che poteva conferire a formare
il
cara tte re e a infondere nell'animo degli allievi l'amore alla
pat r ia, la devozione al sovra no, il culto alla bandiera , i senti–
menti d'abnegazione e di disciplina, tutte le
virtù
insomma che
costituiscono un br avo ufficiale, vi era coltivat o e promosso con
cura speciale
(L);.»
In questa comune educazione forte, militare,
soldatesca, gli Accademisti a ttingevano gli elementi di quel seno
tire sot tilmente delicat o, di quella lealt à, di quel valore che
formò giustamente il vanto degli ufficiali dell'esercit o destinato
a ser vire d'embrione all'eser cito italiano.
Molto per cont ro fu dett o e scr itto circa l'in feri orità degli
st udi impartiti nell'Accademia. E qui anzitutto occorre fare una
distinzione fra allievi ed allievi, n è può essere stimato giusto
fare un'imputazione di questo genere a tutto complessivamente /
l'istituto scolastico dell'Accademia. Il nome di molti insigni in–
segnanti,
il
nome di molti allievi che si segnalar ono, non per
sole vir tù militari, ma anche nei campi delle scienze e delle let–
tere,
è
per sè argomento sufficiente da contrapporre a questa
imputazione ripetuta più per abit udine che per diretta convin–
zione. I confronti sono sempre odiosi, ma come arg utamente os–
serva il colonnello
Z anelli
nella sua
Briga ta Aosta,
se in quel
tempo nei Corpi (e così nell'Accademia) « non si st udiava in ge–
nerale, a nessuno veniva in mente di far cr edere
il
contrar io;
oggi
è
di moda stu diare
o almeno
(m'
'Cista.
»
Certo ; allora la
(1) L.
CurALA,
Prelim inari della guerra del 1866.