

dei rapporti che
Sl
sono instaurati tra
scienza, tecnica e attività economica. La
innovazione, nel campo industriale, da
fatto eccezionale è diventata oggi un fe–
nomeno abituale. Si consideri che fra i
prodotti oggi venduti, due su cinque non
hanno più di tre anni di vita e gli esperti
prevedono che nel 1970 il rapporto salirà
a tre su cinque. Un così accelerato in–
vecchiamento dei beni prodotti è stato
inizialmente effetto, ed è poi divenuto
causa ed effetto insieme, dell'eccezionale
incremento delle spese di ricerca appli–
cata e del rinnovamento tecnologico.
Quali le conseguenze? Risulta teorica–
mente acquisito un nesso sistematico tra
lo sforzo organizzativo di ricerca e l'au–
mento delle forze produttive, attraverso
le innovazioni tecnologiche. Numerosi
studi hanno confermato l'importanza e
l'ordine
di
grandezza del contributo del
progresso tecnico all'aumento della pro–
duttività e quindi all'espansione econo–
mica. A seconda dei paesi, del periodo,
del settore, dei rami di attività presi in
considerazione, l'incidenza di tale con–
tributo varia a seconda dei rami di
attività.
L'espansione del sistema economico ita–
liano rende ormai molto vicino il mo–
mento in cui le nostre aziende opere–
ranno in condizioni di piena occupazione
delle forze di lavoro. Abbiamo già co–
minciato a conoscere, nell'ultimo periodo
del «miracolo economico », quanto una
situazione di piena occupazione modifi–
chi condizioni tradizionali in materia di
politica salariale e di politica
cld
per–
sonale.
È
prevedibile allora che se vorremo evi–
tare manifestazioni patologiche di varia
natura, dovremo in avvenire affrontare il
problema di nuovi rapporti delle mae–
stranze e di tutto il personale ai vari
livelli. Inoltre bisogna considerare che
il progresso tecnico include tra gli ele–
menti di particolare importanza non sol–
tanto la ricerca scientifica e «l'economia
di scala» ma anche quell'insieme che si
riassume nel termine di «capitale uma–
no
»,
cioè istruzione, formazione sul la–
voro, comunicazione e circolazione delle
idee, sanità, sicurezza sociale ecc. ...
Anche l'appello alla creatività dei colla–
boratori diventerà sempre più in futuro
un test delle nostre capacità imprendito–
riali.
Per tale motivo dovremo dedicare una
quantità di attenzioni e di tempo molto
maggiori di quanto abbiamo fatto in pas–
sato, al problema della formazione dei
quadri, perché la organizzazione è un
campo che non conosce limiti e dove
i vincoli di capitale o di dimensioni
aziendali, lasciano larghissimi margini
all'inventiva, alla fiducia e al coraggio
dell' imprenditore.
Giovanni Agnelli
L'organizzazione del lavoro
nel settore meccanico
è
applicata egualmente
alla scelta, alla successione
e al concatenamento delle fasi
delle lavorazioni industriali
Antonio Capetti
La tecnica comprende insieme il modo
di operare e l'oggetto della operazione.
Novità nel mondo della tecnica sono
nuovi metodi di operazione (nuove te–
cniche) ed insieme nuovi oggetti. De–
terminano progresso della tecnica le no–
vità ed i graduali miglioramenti. Di es–
sa, le une e gli altri costituiscono svi–
luppo in senso qualitativo; pure svi–
luppo della tecnica, ma in senso quan–
titativo, costituisce la diffusione sua e
dei suoi prodotti.
Il lavoro, intellettuale o manuale del–
l'uomo, e quello dell'operatore mecca–
nico , stanno all'origine sia della conce–
zione e della preparazione delle tecni–
che, sia della rispettiva realizzazione.
Organizzazione del lavoro è la riparti–
zione e distribuzione dei compiti fra i
diversi operatori umani e meccanici, ed
è l'ordinamento delle operazioni affidate
ai singoli. Si parla anche di organizza–
zione
scientifica
del lavoro: effettiva–
mente anche questa branca delle cono–
scenze può essere trattata ed approfon–
dita con metodi èhe meritino l'appella–
tivo « scientifico ».
Presentati così i due termini del titolo
di questa nota, l'influenza del secondo
si inserisce in modo tanto ovvio in mol–
ti degli aspetti ora sommariamente pun–
tualizzati del primo, da far ritenere su–
perflua una illustrazione particolareggia–
ta. Ovvia l'importanza della organizza-
zione del lavoro per lo sviluppo dei
processi di produzione. Non occorre ri–
cordare l'ormai remoto taylorismo ed i
suoi meravigliosi successi in tutti i set–
tori della tecnica. Appartengono al lin–
guaggio dell'organizzatore del lavoro ter–
mini come organigramma, attribuito allo
schema che regola i quadri aziendali, e
programmazione, usato (ed abusato) in
tutti i campi; in particolare in quello
meccanico è applicato egualmente alla
scelta, alla successione, al concatenamen–
to delle lavorazioni ed alla lavorazione
stessa. La programmazione ha le più
avanzate manifestazioni nell'automazio–
ne, nelle macchine a regolazione nume–
rica e per quanto attiene al controllo
dei cicli di lavorazione, alla televisione
in circuito chiuso, e così via. Qui si ve–
de un esempio di come reciprocamente,
l'organizzazione del lavoro si giovi del
progresso della tecnica, perché le forme
di organizzazione a cui si è ora accen–
nato sono dovute a quella novissima
branca della fisica pura ed applicata che
è l'elettronica.
Con l'organizzazione della produzione si
conseguono risultati essenzialmente eco–
nomici, ma che contribuiscono allo svi–
luppo della tecnica in senso quantitati–
vo, perché minor costo significa più lar–
go mercato.
Nel senso strettamente qualitativo, in
quello che sinteticamente più sopra ab-
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