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Rinaldo Sartori

I ~

12

La storia della tecnica comincia con la

costruzione dei primi t.udimentali stru–

menti, con cui l'uomo è riuscito dappri–

ma a moltiplicare l'effetto del suo la–

voro muscolare. Si giunge poi, dopo

millenni di lento progresso, a sostituire

interamente il lavoro dell'uomo con

quello di meccanismi, che si rivelarono

anche capaci di raggiungere livelli di

qualità di esecuzione assolutamente im–

pensabili fino a che la condotta delle

lavorazioni era affidata unicamente ai

sensi e ai muscoli dell'uomo. In questa

fase si può dire che

il

lavoro intellet–

tuale dei progettisti si sostituisce al la–

voro materiale degli esecutori e lo so–

pravanza.

La fase attuale dello sviluppo è carat–

terizzata da un ulteriore gigantesco pas–

so : la macchina, nell'incessante ricerca

dei mezzi più elaborati per soddisfare i

bisogni, naturali o artificiali, dell 'uomo,

dopo aver sostituito l'opera materiale

dell'uomo stesso (e degli animali), co–

mincia a sostituire anche

il

lavoro in–

tellettuale, può prendere decisioni e si

sostituisce all'uomo perfino nella con–

dotta di una guerra, oltre che nell'ese–

cuzione materiale degli atti di guerra.

Sono ancora le forze intellettuali umane

che progettano le macchine intelligenti,

le addestrano a svolgere le operazioni

a cui sono destinate e dettano loro le

regole di comportamento a cui devono

attenersi, ma il campo di intervento di

queste macchine si allarga quasi fino

a sfiorare la sfera della responsabilità

morale.

A questo aspetto della evoluzione si de–

ve anche associare

il

fenomeno della in–

dustrializzazione. Quanto più gli stru–

menti diventano potenti, elaborati e

complessi, tanto più si accentua la ne–

cessità di costruirli e adoperarli in or–

ganismi a loro volta sempre più com–

plessi e organizzati. Il progresso della

tecnica crea l'industria e impone, am–

pliandosi e approfondendosi, la concen–

trazione industriale.

Contemporaneamente l'intervento del–

l'uomo in tutti i campi del lavoro si

affina sempre di plU; da semplice stru–

mento passivo, guidato da una esigua

schiera di dirigenti, ogni uomo diventa

attore corresponsabile, con livelli di re–

sponsabilità ogni giorno più elevati. Ne

deriva la necessità di estrema diversifi–

cazione e di progressivo approfondimen–

to delle capacità professionali di ogni

individuo, mentre la rapidità della evo–

luzione e dell'obsolescenza dei proces–

si tecnologici impone, a livelli prima

impensati, la necessità di continuo ag–

giornamento del bagaglio culturale.

Specializzazione dunque sempre plU

spinta; ma, anche in conseguenza della

industrializzazione vasta e complessa,

nessuno può più lavorare e produrre da

solo:

il

lavoro di squadra e di gruppo

diventa necessità imprescindibile. E d'al–

tra parte

il

gruppo, sempre più nume–

roso, diventa anche sempre più etero–

geneo, raccogliendo specialisti di disci–

pline sempre più differenti; in conse–

guenza il gruppo si dissolverebbe, come

una moderna torre di Babele, se i sin–

goli specialisti fossero cos1 specializzati

da non riuscire a comprendersi tra loro.

Ecco dunque che, accanto alla solida e

profonda specializzazione professionale,

ogni componente del gruppo deve pos–

sedere quel minimo di cultura generale

che gli consenta di capire gli altri com–

ponenti e di farsi capire da loro.

Concludendo: lavoro intellettuale sem–

pre più raffinato, lavoro di gruppo sem–

pre più esteso all'interno di organismi

sempre più complessi; all'interno dei

gruppi individui aperti e comprensivi

delle personalità e delle necessità altrui

e al di sopra di tutti i dirigenti, ai quali

si richiede soprattutto elevata capacità

di dirigere gli uomini.

Rinaldo Sartori

Quanto più gli strumenti della tecnica

diventano elaborati e complessi

tanto più si accentua la necessità

di adoperarli in organismi

a loro volta

sempre più grandi e organizzati