

Rinaldo Sartori
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La storia della tecnica comincia con la
costruzione dei primi t.udimentali stru–
menti, con cui l'uomo è riuscito dappri–
ma a moltiplicare l'effetto del suo la–
voro muscolare. Si giunge poi, dopo
millenni di lento progresso, a sostituire
interamente il lavoro dell'uomo con
quello di meccanismi, che si rivelarono
anche capaci di raggiungere livelli di
qualità di esecuzione assolutamente im–
pensabili fino a che la condotta delle
lavorazioni era affidata unicamente ai
sensi e ai muscoli dell'uomo. In questa
fase si può dire che
il
lavoro intellet–
tuale dei progettisti si sostituisce al la–
voro materiale degli esecutori e lo so–
pravanza.
La fase attuale dello sviluppo è carat–
terizzata da un ulteriore gigantesco pas–
so : la macchina, nell'incessante ricerca
dei mezzi più elaborati per soddisfare i
bisogni, naturali o artificiali, dell 'uomo,
dopo aver sostituito l'opera materiale
dell'uomo stesso (e degli animali), co–
mincia a sostituire anche
il
lavoro in–
tellettuale, può prendere decisioni e si
sostituisce all'uomo perfino nella con–
dotta di una guerra, oltre che nell'ese–
cuzione materiale degli atti di guerra.
Sono ancora le forze intellettuali umane
che progettano le macchine intelligenti,
le addestrano a svolgere le operazioni
a cui sono destinate e dettano loro le
regole di comportamento a cui devono
attenersi, ma il campo di intervento di
queste macchine si allarga quasi fino
a sfiorare la sfera della responsabilità
morale.
A questo aspetto della evoluzione si de–
ve anche associare
il
fenomeno della in–
dustrializzazione. Quanto più gli stru–
menti diventano potenti, elaborati e
complessi, tanto più si accentua la ne–
cessità di costruirli e adoperarli in or–
ganismi a loro volta sempre più com–
plessi e organizzati. Il progresso della
tecnica crea l'industria e impone, am–
pliandosi e approfondendosi, la concen–
trazione industriale.
Contemporaneamente l'intervento del–
l'uomo in tutti i campi del lavoro si
affina sempre di plU; da semplice stru–
mento passivo, guidato da una esigua
schiera di dirigenti, ogni uomo diventa
attore corresponsabile, con livelli di re–
sponsabilità ogni giorno più elevati. Ne
deriva la necessità di estrema diversifi–
cazione e di progressivo approfondimen–
to delle capacità professionali di ogni
individuo, mentre la rapidità della evo–
luzione e dell'obsolescenza dei proces–
si tecnologici impone, a livelli prima
impensati, la necessità di continuo ag–
giornamento del bagaglio culturale.
Specializzazione dunque sempre plU
spinta; ma, anche in conseguenza della
industrializzazione vasta e complessa,
nessuno può più lavorare e produrre da
solo:
il
lavoro di squadra e di gruppo
diventa necessità imprescindibile. E d'al–
tra parte
il
gruppo, sempre più nume–
roso, diventa anche sempre più etero–
geneo, raccogliendo specialisti di disci–
pline sempre più differenti; in conse–
guenza il gruppo si dissolverebbe, come
una moderna torre di Babele, se i sin–
goli specialisti fossero cos1 specializzati
da non riuscire a comprendersi tra loro.
Ecco dunque che, accanto alla solida e
profonda specializzazione professionale,
ogni componente del gruppo deve pos–
sedere quel minimo di cultura generale
che gli consenta di capire gli altri com–
ponenti e di farsi capire da loro.
Concludendo: lavoro intellettuale sem–
pre più raffinato, lavoro di gruppo sem–
pre più esteso all'interno di organismi
sempre più complessi; all'interno dei
gruppi individui aperti e comprensivi
delle personalità e delle necessità altrui
e al di sopra di tutti i dirigenti, ai quali
si richiede soprattutto elevata capacità
di dirigere gli uomini.
Rinaldo Sartori
Quanto più gli strumenti della tecnica
diventano elaborati e complessi
tanto più si accentua la necessità
di adoperarli in organismi
a loro volta
sempre più grandi e organizzati