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tore della progettazione di grado pm o

meno avanzato o in quello con esso con–

nesso della ricerca scientifica. Forse in

nessun altro campo, quanto nell'elettro–

nica, coesistono con pari importanza for–

me così diverse e dovrebbero essere

tutte curate nella preparazione degli in–

gegneri, se si vuoI creare un sistema

operante e vitale, che sappia tenersi a

galla nella travolgente evoluzione tecni–

co-scientifica e non rischi di essere re–

ietto a ruoli secondari e passivi.

Poiché il panorama delle conoscenze in

campo elettronico è già enorme e di

anno in anno più si allarga, mentre la

capienza mentale dei soggetti è ovvia-

L'elettronica

è

un settore

particolarmente sensibile ai problemi della organizzazione del lavoro

poiché è quello che ha subito in questi ultimi anni

il più impressionante sviluppo ed

è

tuttora in rapida, fort issima evoluzione.

Essa richiede perciò un deciso rinnovamento

della scuola e un suo adattamento ai più alti livelli tecnici

mente limitata, nasce il difficile proble–

ma di decidere quali siano le basi ne–

cessarie e sufficienti che ad ognuno si

deve fornire, per dare ai neolaureati il

massimo grado di polivalenza, ma in–

sieme renderli atti ad affinare dopo , da

loro,

il

proprio patrimonio mentale nel

campo specifico in cui saranno avviati;

certe nozioni fondamentali solo nella

scuola possono essere date a dovere . Ciò

porta fatalmente ad una lenta, progres–

siva specializzazione della scuola, dan–

do a questo vocabolo un significato solo

relativo

all'imm~nsità

del panorama glo–

bale. Ma anche questa larvata specializ–

zazione dev'essere attentamente control-

lata per consentire una maggiore adat–

tabilità alle mutevoli esigenze della ri–

chiesta, che

è

condizionata da evoluzio–

ni e rivoluzioni tecniche spesso impre–

vedibili. Così, piuttosto che limitare

troppo gli insegnamenti alle specifiche

esigenze attuali çli singoli settori, con

possibilità di seri pregiudizi nei riguar–

di di loro eventuali sviluppi, sembra più

saggia una drastica e coraggiosa ridu–

zione di quei temi di insegnamento che

sono stati classici finora, ma riguarda–

vano tecniche che sembrano ormai de–

stinate ad un rapido tramonto. Un caso

tipico è ai giorni d'oggi presentato dai

tubi elettronici, che per decenni sono

stati il fulcro nell'evoluzione dell'elet–

tronica , ma che ormai non reggono più

la massiccia offensiva dei dispositivi a

semiconduttori, quelli

«

a stato solido»

come suoI dirsi . Questa necessità di con–

tinua evoluzione della scuola è indub–

biamente faticosa per gli insegnanti e

richiede da essi abnegazione e qualità

non comuni.

La laurea in ingegneria elettronica è di

recente istituzione in Italia. Quando es–

sa venne creata, non sono ancora dieci

anni, parve opportuno e saggio, come

primo passo, non creare in essa suddi–

visioni. Ma già esse paiono impellenti

e, tra questo anno e il prossimo, più o

meno in tutte le scuole italiane di in–

gegneria elettronica si formano indirizzi

di laurea rispondenti alle varie esigenze

della richiesta. Presso il Politecnico di

Torino si avranno per ora tre indirizzi

tipicamente centrati sui settori delle tele–

comunicazioni, dell 'elettronica industria–

le, della telefonia classica.

Questo è un primo passo che si spera

possa portare un miglioramento nella

preparazione degli ingegneri. Altri prov–

vedimenti utili sono possibili, come ad

esempio, la suddivisione dei corsi in se–

mestri, senza gravi scosse alle strutture

e sono quindi di attuazione relativamen–

te facile.

Ma è probabile che un deciso rinnova–

mento della scuola e un suo adattamento

alla crescente massa di studenti possano

venire solo dall'istituzione di più livelli

di laurea prevista nello schema di legge

attualmente in discussione in Parlamen–

to. Non si può tacere che la sua attua–

zione presenti difficoltà e incognite gra–

vi, per i programmi, che devono essere

totalmente mutati, il reperimento degli

insegnanti, i locali, i mezzi di insegna–

mento. La prova sarà particolarmente

ardua nel periodo di transizione da un

sistema all'altro. Penso tuttavia che que–

sto sia un cambiamento radicale che, ol–

tre ad essere sin da ora auspicabile, fa–

talmente prima o dopo dovrà essere

attuato.

Mario Boella

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