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la roccia presenta un aspetto schistoide molto irregolare e la fendibilità

parallelamente ai piani di schistosità riesce non sempre facile. Il fel-

dispato è generalmente in predominanza sul quarzo contribuendo a dare

un carattere di basicità alla roccia. Questo è il modo di presentarsi in

genere del gneiss centrale : ma abbiamo numerose varietà o deviazioni

dal tipo per cambiamenti strutturali. È frequente la varietà molto la­

mellare, quasi fosse stata sottoposta ad un’azione di pressione energica

con stiramento, distensione, quale si verificherebbe per una specie di cilin­

dratura o laminazione ;* i noduli quarzoso-feldispatici si schiacciano, si

allargano quasi a diventar laminari, sempre separati gli uni dagli altri

da rivestimenti micacei di tinta scura ; questa struttura la riscontriamo

specialmeete nelle parti superficiali della grande calotta gneissica, dove

l’azione meccanica di stiracchiamento, di distensione per il fatto del-

l’incurvarsi della massa in sollevamento, e la pressione esercitata dalle

masse sovra incombenti per resistenza alla spinta sollevante, produssero

effetti più sentiti, il che sarebbe anche a riprova della lentezza estrema

dell’atto del sollevamento : questa struttura speciale ricorda molto bene

quella delle larghe e sottili lastre di

beola

che si estraggono in valle

del Toce alle falde del M. Rosa.

Ma più caratteristica del gneiss centrale è la varietà porfiroide, che

si arricchisce di grossi noduli cristallini, feldispatici, alcuni dei quali

sono veri grossi cristalli di feldispato ortose bianco-grigiastri, od azzur­

rognoli, emitropi, e presentanti nette e decise facce di sfaldatura nella

superficie di frattura: questi noduli feldispatici ortosici, chè l’ortose è

il feldispato predominante nella roccia sotto qualsiasi struttura, si può

dire nou manchino mai ; i più appariscenti quando raggiungono da 4 ad

8 centimetri di lunghezza per 1 a 3 di larghezza dànno allo gneiss il

carattere contraddistinto coll’appellativo di

ghiandolare

, il

strizzo ghian-

done

dei lombardi, ed in tal caso le superficie rocciose esposte agli

agenti atmosferici presentano in rilievo questi nocciuoli, queste ghian­

dole bianco-opache, che facilitano molto la salita anche sopra superficie

relativamente liscie. Più ridotti troviamo questi noduli formare frequen­

temente il centro di quegli arnioncini lenticolari, che rivestiti di vela-

menti micacei dànno la schistosità scarsa e sinuosa della roccia tipica ;

non di rado rompendo un frammento di gneiss nella parte centrale gli

arnioncini ci presentano facce di sfaldatura di un cristallo di ortose

sepolto e sfumante in una patina più o meno grossa di feldispato e

quarzo granulari. I cristalli sono diffusi nella massa senza alcun or­

dine e senza una orientazione prevalente, e pare a noi si possa ammet­

tere la genesi di questi cristalli come posteriore nel seno della roccia

a quella dei granuli feldispatici che con granuli quarzosi formano la

DEL TERRITORIO DELLA PROVINCIA DI TORINO

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