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Bianco,

Becherches géologiques dans les partìes de la Savoie, du Piémont

et de la Suisse voisines du M . Blanc,

che la roccia è non solo

ab origine

stratificata, ma che quando questa roccia comparve a giorno era allo stato

solido, stato di solidità analogo a quello delle rocce calcari, che, presentando

un certo grado di rigidità, hanno potuto cionondimeno sopportare dei ripie­

gamenti senza rompersi. Il Favre porta una quantità di argomenti a pro­

vare che nell’atto di loro emersione le rocce protoginiche erano allo stato

solido. Questi argomenti trae dalla opinione di Delesse, secondo la quale

la formazione a guglie del protogino sarebbe incompatibile collo stato pa­

stoso di una roccia al momento della sua comparsa; se solide, aggiunge

il Favre, alla loro comparsa non hanno potuto stratificarsi posteriormente,

ma dovevano essere originariamente stratificate. La stratificazione del

protogino osservata nel secolo passato dal De Saussure non può esser

messa in dubbio. Epperò tra il protogino ed il granito o gneiss granitoide

centrale

abbiamo come carattere comune la disposizione a strati.

Riguardo alla genesi delle rocce granitiche, comprendendovi il pro­

togino, il Favre assegna al quarzo una origine acquea appoggiandosi alle

esperienze di Schafhaütl, Senarmont, Daubrée, Cagniard-Latour sulla pre­

senza di materie organiche volatili in alcuni quarzi, sulla osservazione

di Rose che il quarzo del granito non può formarsi che per via umida

od almeno sotto l’influenza dell’acqua, sulla presenza di cavità piccolis­

sime riempite di un gas o di un liquido studiati da Dawy, Brewster,

Sorby, Liskel, Elie de Beaumont, Fournet; crede ancora essere prove

della origine acquea del quarzo la formazione di questa sostanza attorno

ad acicule di amianto, di stibina, l’immediato rapporto del quarzo cri­

stallino con dei fossili non alterati, come la presenza di cristallini di

quarzo nelle belemniti; finalmente sarebbe prova della origine acquea

dei graniti e del protogino la presenza di molta silice libera, la quale

certamente come acido possente ad alta temperatura non sarebbe rimasta

libera, ma avrebbe formato dei silicati, se la roccia fosse stata fusa.

Riguardo al feldispato il Favre dice che Descloizeaux ha dimenticato

che l’ortose e le sue varietà non furono mai sottomesse a temperatura

di 400°, giacché l ’ortose dei graniti e del protogino non presenta quelle

modificazioni nelle proprietà ottiche, che sono conseguenza di un elevato

grado di temperatura; il che non potrebbe spiegarsi colla elevatissima

temperatura richiesta per la fusione delle rocce granitiche ; è ancora un

argomento la disseminazione di cristalli albitici nei calcari magnesiaci

delle Alpi.

Per la mica ed il talco Delesse trovò in questa ultima sostanza del­

l ’acqua di combinazione residua di quella che aveva avuto un compito

nella formazione di essa : la mica si trova cristallizzata in sostanze fu­

DEL TERRITORIO DELLA PROVINCIA DI TORINO

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