

144
PARTE II — DESCRIZIONE GEOLOGICA
pasta fondamentale. Anche questo gneiss porfiroide può essere stato po
steriormente laminato, e sezionando allora un frammento normalmente
alla lamina si ottiene una superficie a macchie bianche lenticolari rile
gate da filettature grigio-scure od anche nere di mica, a simulare l’aspetto
d’una puddinga a nuclei laminati, schiacciati.
La varietà granitoide fa passaggio ad un vero granito grigio a quarzo
vitreo, a cristallini feldispatici grigio azzurrognoli, a mica brillante grigio
scura o nera, a grana ed impasto tanto regolari e di dimensioni quasi
uguali a quelli che presentano i ben noti graniti di Alzo, Baveno, Mon-
torfano sui laghi di Orta e Maggiore: anche la varietà granitoide può
diventare porfiroide. Il gneiss granitoide non ha preferenza per qualche
regione o livello speciale nella massa della ellissoide, la sua distribuzione
è quanto mai capricciosa, tutt’al più possiamo affermare che dominando
ovunque la forma tipica prima descritta, le varietà granitoidi sono più
frequenti nel fondo dei valloni che incidono profondamente la massa
verso il centro, e quelle lamellari invece nelle regioni periferiche su
perficiali ; ciò non toglie però che in breve percorso possiamo incontrare
alternarsi a varii livelli le più diverse qualità di questa roccia compresa
quella, meno frequente, leptinitica : questa si presenta a struttura com
patta granulare cristallina con tinta molto chiara, poverissima di mica,
a frattura pseudopoliedrica, talvolta schistosa.
L ’ingegnere Bucca ha pubblicato nel Bollettino del Regio Comitato
Geologico dell’anno 1887, uno studio sul gneiss granitoide: ci preme far
osservare, ad onor del vero, che fummo noi i primi ad avvertire la di
sposizione del gneiss in ellissoide, ammantata da rocce cristalline più
recenti come risulta da una nostra pubblicazione,
Alcune osservazioni
sulla geologia delle Alpi Graie
fatta a Bologna nel 1867, e che sempre
considerammo la roccia come uno gneiss passante localmente a granito
e mai come un granito. Lo studio dell’ingegnere è molto prezioso come
quello che contiene segnalati numerosi caratteri distintivi di questa roccia
classica: da esso rileviamo che la mica è della specie biotite, e che le
macchie più scure a pasta più fina non sono interclusi di altre rocce in
pieno accordo con quanto opinavamo noi stessi. Lo studio dell’ingegnere
Bucca contempla anche altre rocce delle
arcaiche
alpine.
Più che come a varietà del gneiss fondamentale, a distinta forma petro
gráfica che lo accompagna, accenniamo ad un vero porfido, strutturalmente
parlando, o roccia porfirica che non incontrammo in posto, ma sibbene in
ciottoli voluminosi provenienti esclusivamente da quella porzione dell’ellis
soide del Gran Paradiso che si espande nell’alto della Valle Grande di
Lanzo. È formata questa roccia da un impasto grigio-granulare, cristallino,
quarzoso, feldispatico con dispersi porfiricamente noduli cristallini di