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PARTE II — DESCRIZIONE GEOLOGICA

pasta fondamentale. Anche questo gneiss porfiroide può essere stato po­

steriormente laminato, e sezionando allora un frammento normalmente

alla lamina si ottiene una superficie a macchie bianche lenticolari rile­

gate da filettature grigio-scure od anche nere di mica, a simulare l’aspetto

d’una puddinga a nuclei laminati, schiacciati.

La varietà granitoide fa passaggio ad un vero granito grigio a quarzo

vitreo, a cristallini feldispatici grigio azzurrognoli, a mica brillante grigio­

scura o nera, a grana ed impasto tanto regolari e di dimensioni quasi

uguali a quelli che presentano i ben noti graniti di Alzo, Baveno, Mon-

torfano sui laghi di Orta e Maggiore: anche la varietà granitoide può

diventare porfiroide. Il gneiss granitoide non ha preferenza per qualche

regione o livello speciale nella massa della ellissoide, la sua distribuzione

è quanto mai capricciosa, tutt’al più possiamo affermare che dominando

ovunque la forma tipica prima descritta, le varietà granitoidi sono più

frequenti nel fondo dei valloni che incidono profondamente la massa

verso il centro, e quelle lamellari invece nelle regioni periferiche su­

perficiali ; ciò non toglie però che in breve percorso possiamo incontrare

alternarsi a varii livelli le più diverse qualità di questa roccia compresa

quella, meno frequente, leptinitica : questa si presenta a struttura com­

patta granulare cristallina con tinta molto chiara, poverissima di mica,

a frattura pseudopoliedrica, talvolta schistosa.

L ’ingegnere Bucca ha pubblicato nel Bollettino del Regio Comitato

Geologico dell’anno 1887, uno studio sul gneiss granitoide: ci preme far

osservare, ad onor del vero, che fummo noi i primi ad avvertire la di­

sposizione del gneiss in ellissoide, ammantata da rocce cristalline più

recenti come risulta da una nostra pubblicazione,

Alcune osservazioni

sulla geologia delle Alpi Graie

fatta a Bologna nel 1867, e che sempre

considerammo la roccia come uno gneiss passante localmente a granito

e mai come un granito. Lo studio dell’ingegnere è molto prezioso come

quello che contiene segnalati numerosi caratteri distintivi di questa roccia

classica: da esso rileviamo che la mica è della specie biotite, e che le

macchie più scure a pasta più fina non sono interclusi di altre rocce in

pieno accordo con quanto opinavamo noi stessi. Lo studio dell’ingegnere

Bucca contempla anche altre rocce delle

arcaiche

alpine.

Più che come a varietà del gneiss fondamentale, a distinta forma petro­

gráfica che lo accompagna, accenniamo ad un vero porfido, strutturalmente

parlando, o roccia porfirica che non incontrammo in posto, ma sibbene in

ciottoli voluminosi provenienti esclusivamente da quella porzione dell’ellis­

soide del Gran Paradiso che si espande nell’alto della Valle Grande di

Lanzo. È formata questa roccia da un impasto grigio-granulare, cristallino,

quarzoso, feldispatico con dispersi porfiricamente noduli cristallini di