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PARTE 11 — DESCRIZIONE GEOLOGICA
sibili a temperatura poco elevata ; nè certamente avrà un’origine ignea
la mica formante le impronte vegetali del carbonifero nelle Alpi. Oltre
a questi argomenti il Favre cita la presenza del serpentino, dell’istessa
famiglia dei talchi. Da tutti questi fatti il Favre desume nel para
grafo 695,
b
i caratteri seguenti delle rocce granitiche del M. Bianco :
1° che esse son formate di minerali di origine acquea;
2° che esse sono stratificate;
3° che esse sono emerse allo stato solido;
4° che esse non hanno subito metamorfismo.
D’accordo sopra i tre primi caratteri dobbiamo fare qualche conside
razione sopra il quarto.
Al paragrafo 600 il Favre dice, e ne riportiamo testualmente le parole r
« On ne saurait supposer que ces couches, après avoir été déposées
« dans le fond d’une mer de la même manière que les couches des sé-
« diments ordinaires, aient été plus tard rendues cristallines par un chan« gement survenu dans les éléments dont elles sont formées, qui en a
« fait du quartz, du mica et de feldspath. On ne peut l’admettre parce
« que nous ne connaissons pas d’action capable de produire de pareils
« effets, et lors même que nous la connaîtrions, il serait encore douteux
« qu’elle se fût exercée, parce qu’elle n’ aurait pu changer totalement
« la nature de la roche sans effacer la division en couches, soit la stra-
« tification qui subsiste encore : il faut donc trouver une autre origine
« à ces granits et à ces gneiss ».
Nel paragrafo 692,
h
rispondendo alla interrogazione
come le rocce
granìtiche hanno potato formarsi?
dice che, per quanto esse abbiano
un’origine acquosa, pure non si formarono, come Werner e De Saussure
ammettevano, in un mare simile a quello de’ nostri giorni; l’acqua ed
il calore intervennero nella loro formazione, quando l’acqua del globo
in vapori e con altri gas formava una possente atmosfera e cominciava
a condensarsi. La grande pressione esercitata da questa atmosfera dava
alle acque obbligate a rimaner liquide ad alta temperatura un potere
solvente più energico dell’ordinano; potevano quindi rimaner disciolti
dei minerali che oggidì sono considerati come insolubili nell’acqua ; pre
cipitando questi davano dei sedimenti cristallini
ab origine.
Il Favre
appoggiandosi a numerose osservazioni discute le condizioni di tempe
ratura e di pressione di quell’epoca, e questa discussione è certamente
interessantissima.
Noi non seguiremo il Favre nello svolgimento della sua ipotesi genetica
delle rocce granitiche; nei nostri lavori precedenti, specialmente in quello
sul gruppo del Gran Paradiso, abbiamo cercato di provare come i gneiss
granitici ed i graniti non sono rocce eruttive, e per questo noi siamo d’ac