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cordo col Favre, e che devono essere considerate come rocce metamorfiche,

vale a dire delle rocce sedimentarie analoghe a quelle clic si incontrano in

terreni più recenti, ma che sotto il lunghissimo agire di forze fisico-chi­

miche molecolari, determinate dall’acqua, dal calore e dalla pressione si

sono profondamente modificate al punto da assumere una struttura eminen­

temente cristallina, quale non è quella originaria in genere delle rocce sedi­

mentarie; e qui siamo in disaccordo col Favre. A noi pare chela divergenza

stia nel concetto che si ha del metamorfismo e nell’ importanza che a

questo fenomeno o complesso di fenomeni si deve attribuire. 11 meta­

morfismo, ben dice il Favre, non è un agente, una causa, una forza oc­

culta; noi dobbiamo considerare il metamorfismo come il complesso di

tutte quelle modificazioni cui una roccia sedimentaria può andar sog­

getta nella lunga successione di secoli dall’epoca di sua formazione; e

queste modificazioni sono estremamente complesse, sono dovute a mol­

teplici cause, di alcune delle quali noi non siamo ancora in caso di de­

terminare esattamente nè il modo di agire, nè l’importanza, ma che pure

non possiamo negare. L ’acqua favorita dalla contemporanea azione di

altri agenti può intimamente nelle masse delle rocce sedimentarie discio­

gliere i minerali, può decomporli ed ottenere delle nuove combinazioni

cristalline, mantenendo gli elementi esistenti, sottraendone, arrecandone

dei nuovi. Con questo lavoro intimo fisico-chimico si può spiegare lo dif­

ferenze che corrono tra un granito ed uno schisto argilloso. 11 Favre cita

egli stesso il Daubrée che fece rimarcare come alcuni schisti argillosi

hanno l’istessa composizione dei graniti e dei gneiss ; non troviamo

quindi abbia assolutamente torto il Kockelin-Schlumberger che spiega

questo fatto dicendo, che il granito è uno schisto argilloso metamor­

fosato.

Questo metamorfismo non è quello di contatto tra una roccia eruttiva

ed una roccia sedimentaria, ma è quello che i geologi chiamano il me­

tamorfismo

regionale

o

normale

, che si sviluppa intimamente nelle rocce

sedimentarie, in iscala enorme, che tanto più si rivela quanto più an­

tiche sono le rocce, che si compie con una grande lentezza, che può essere

causa dei più grandi fenomeni dinamici, che produssero gli spostamenti

degli strati, che ha cambiato l’interna struttura delle rocce, che può

avere cancellato le tracce dei fossili, che può avere mascherate le tracce

anche di stratificazione, fatto quest'ultimo non assolutamente necessario.

Noi crediamo che ben lungi dal dover cancellare la parola

metamorfismo

dai trattati e dalle opere di geologia, si debba invece mantenere e

dare ad essa il preciso significato che deve avere. Conchiudendo, al pari

del gneiss

centrale,

il protogino del monte Bianco, il protogino sienitico

di Valpellina non sono rocce eruttive, sono rocce stratificate, sedimen­

DEL TERRITORIO DELLA PROVINCIA DI TORINO

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