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La formazione della

zona delle pietre verdi

, tanto stratificata, come

massiccia in corrispondenza dello sbocco di valle di Aosta, fu lacerata,

divisa nella

chiusa

in cui corre la Dora Baltea, divisione tanto più rag­

guardevole in quanto che avvenne per opera di un agente sgombratore e

dilatante per energica erosione, il ghiacciaio di valle d’Aosta, durante il

periodo

glaciale.

Rimasero però i lembi micacei cristallini stratificati a

Borgofranco, e quelli dioritici in allineamento Sud Ovest-Nord Est di Pa-

rella, Lorenzé, Fiorano, Samone, Banchette, Pavone, Ivrea, fino oltre Chia-

verano ed a Biò. Ivi la diorite si nasconde sotto il

morenico

della Serra,

ma a Biò si manifesta il rapporto tra essa e i micaschisti della falda

montuosa di Andrate, nè è possibile staccare le due masse. Tra Lessolo

e Fiorano un largo lembo di anagenite schistosa verde sormontata dal

calcare grigio brecciato si addossa alla diorite declinando a Nord-Ovest,

ma di poco; ed oltrepassata la Dora ritroviamo in un solco dioritico di­

sporsi in sella a Montaldo-Dora la anagenite verde ora schistosa, or

meno con noduletti quarzosi rosei, bruno e bianchi, sormontati dal cal­

care. Ed un piccolo lembo di schisto verde si appoggia ancora alla dio­

rite verso Biò. Calcare

triasico

pare siasi incontrato anche a Donato

sul Biellese sovrapposto alla solita diorite.

In riassunto nei varii lembi descritti noi abbiamo l ’addattamento alle

accidentalità rocciose dalla esterna

zona delle pietre verdi

di rappre­

sentanti del

permiano

, schisti feldispatico-quarzo-talcosi, anageniti varie,

schisti verdi cloritosi, calcari grigi compatti o semicristallini, brecciati

o schistosi, del

trias medio

, argilloschisti e ftaniti del

trias superiore.

È una opinione che emettiamo, pronti a modificarla quando ulteriori studii

vengano a provarne la fallacia. Per il calcare grigio brecciato havvi com­

pleto accordo tra noi, l’Issel e lo Zaccagna, e se altre volte lo consi­

derammo

paleozoico

, ciò è dipeso dalla determinazione cronologica data

dal Gastaldi per il calcare del Chaberton, che a questo si mostra iden­

tico. È inutile qui tessere la storia del ritorno fatto dal Gastaldi su

quella determinazione quando documenti irrefragabili lo persuasero di

non essere nel vero, è una storia conosciuta da tutti i geologi italiani

e da molti esteri, che fa onore alla coscienza di scienzato del Gastaldi ;

noi in conseguenza dobbiamo ritornare sulla erronea interpretazione del

valore cronologico dei calcari di Levone, Rivara, Borgiallo, Yidracco, ed

altre località già menzionate.

Lo studio fatto dei calcari di Villanova 'Mondovì, di S. Giuseppe

Cairo ci autorizzano a sincronizzare con questi i calcari della falda al­

pina torinese, ed è un conforto per noi l’essere d’ accordo coll’ Issel e

collo Zaccagna che dei calcari appenninici, delle

Marittime

e delle

Cozie

si sono con gran cura occupati per tacere di altri egregi geologi. Per

DEL TERRITORIO DELLA PROVINCIA DI TORINO

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