

Il
numero 9 secondo lo Zaccagna apparterrebbe ancora al
trias medio;
ì numeri 10, 11, 12, 13 rappresenterebbero il
trias superiore
ripiegato
in sinclinale; gli schisti del n. 10 non apparirebbero più a Sud Est,
il n. 13 sarebbe la ripetizione del n. 11, e col n. 12 tutti assieme rap
presenterebbero un’unica formazione duplicata.
Procedendo verso la Testa d’Harpi avremmo ancora:
14. Calcare marmoreo bardigliaceo massiccio nel fondo della stretta
per cui esce la Dora della Thuille, che sarebbe la riproduzione del cal
care n. 9 e n. 8, Villanova;
15. Schisti scuri talcoidi e calceschisti alternanti con calcari grigi;
16. Brecciola grigia dolomitica con calcari cristallini; brecciola che
10 Zaccagna identifica col n. 3; per cui i numeri 16, 15 e 14 sarebbero
la ripetizione del
trias medio
sul lembo orientale del sinclinale; si so
vrapporrebbero :
17. Schisti talcoidi grigi e calceschisti con calcare cristallino bar-
-digliaceo;
18. Calcari cristallini a lastre, grigi e bianchi, con quarziti, cal
ceschisti e schisti nerastri.
I
numeri 17, 18 rappresenterebbero il
trias inferiore
senza il corteo,
questo è a notarsi, delle carniole e dei gessi, così sviluppati nel lembo
occidentale.
Sopra verrebbe il
permiano
come già esponemmo seguendo le vedute
dello Zaccagna.
Noi non possiamo a meno di far notare come a partire dal calcare
tipo Villanova le rocce presentino verso oriente sempre marcatissimo
11 carattere della cristallinità e parci molto arrischiata l’equivalenza af
fermata tra detto calcare n. 8 col calcare massiccio, marmoreo, cristal
lino, n. 14, che forma il gran banco spaccato donde precipita in gola la
Dora della Thuille. La brecciola calcarea cristallina n. 16 è ben lungi
dal presentare i caratteri del conglomerato calcare n. 3 del colle Ché-
couri, sèguito della breccia, così detta, calcarea del colle della Seigne;
detta brecciola è un
facies
non infrequente nei calceschisti cristallini.
I calceschisti cristallini poi del Crammont riproducono esattamente i
caratteri di rocce analoghe che lo Zaccagna stesso riconobbe in altri
luoghi far parte integrante della
.zona delle pietre verdi.
D’altronde lo Zaccagna non tenne, come non lo tennero il Lory ed
il Favre, debito conto delle rocce verdi cristalline che dal Piccolo San
Bernardo si intercalano a questi calceschisti e si portano molto avanti
al Nord Est sempre così intercalate. Le sezioni da noi presentate met
tono in rilievo tale circostanza, la quale è puranco segnalata dal Favre
nella sua opera ai paragrafi 672 e 673. Negando che possano esistere
DEL TERRITORIO DELLA PROVINCIA DI TORINO
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