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« cristallins (jtalcschistes e protogynes) s’appuyant à l ’Ovest sur les

« étages inférieurs qui forment le Brévent, et redressé à l’Est contre

« une grande faille qui est, comme je l’ai démontré, un des traits plus

« fondamentaux de la structure de cette partie des Alpes, et à l ’autre

« bord de laquelle appartient le gneiss talqueux du M. Chétif. Si rien

« ne s’oppose à cette conception théorique, la

structure en éventail

du M.

« Blanc se trouverait par là toute expliquée. On n’aurait pas besoin alors

« de recourir a l’explication que j ’en avais proposé, en considérant les

« pressions latérales qui ont dû s’exercer contre les bases de ce massif

« culminant, tandis que ces parties supérieures n’en étaient pas affectées ;

« explication que je crois, du reste, applicable à des nombreux cas, lors

<

même qu’elle ne le serait pas à celui du M. Blanc. »

Noi confessiamo sinceramente che preferiamo di molto la prima spie­

gazione della

struttura a ventaglio

molto più semplice della seconda

che esige una complicazione di movimenti ed una presenza di faglie,

delle quali, quelle che dovrebbero essere sul versante italiano, sono ben

lungi dall’apparire evidenti. Nè crediamo applicabile la cronologica clas­

sificazione degli schisti cristallini come opina il Lory, giacché tale se­

parazione e successione regolare è ben lungi dal verificarsi nella

zona

delle pietre verdi

, anche là ove essa si presenta colla massima regola­

rità, come attorno alla ellissoide del Gran Paradiso; secondo questa espli­

cazione, pel caso speciale del M. Bianco, questo non solo non sarebbe

ellissoide di sollevamento, che in questo caso sarebbe invece la catena

del Brévent, ma riceverebbe la sua

struttura a ventaglio

per essere il

piano superiore degli schisti cristallini, talcoschisto e protogino, costi­

tuente il maggior rilievo orografico, disposto in piega concava a forma

di Y acutissima.

In un altra pubblicazione

Coup d'œil sur la structure de massifs

primitifs du Dauphiné,

il Lory giunge alle istesse conclusioni con

maggior copia di particolari riferendosi più specialmente ai gruppi del-

finesi. Al Lory poi si deve un altro magnifico lavoro pubblicato nel

1878,

Essai sur Vorographie des Alpes Occidentales considérée dans ses

rapports avec la structure géologique de ces montagnes.

È diretto ad ap­

plicare le vedute sulla struttura geologica delle Alpi alla spiegazione

delle accidentalità orografiche; l’orografia alpina verrebbe spiegata di­

versamente che col sistema di ellissoidi di sollevamento dello Studer,

ma sibbene con un sistema di rotture e lacerazioni con sprofondamento

laterale e rialzamento di un margine contro cui verrebbero a poggiare

ed a premere le masse del margine opposto a produrre rilievi per

contrasto.

DEL TERRITORIO DELLA PROVINCIA DI TORINO

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