

DELLA PROVINCIA DI TORINO
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di 12 chilometri circa, ed un dislivello di m. 281, il che darebbe una
pendenza media di m. 23.42 per mille. La mancanza di larghi sbocchi di
valloni laterali non permetterebbe maggiore sviluppo in lunghezza del
tronco a diminuire la pendenza; havvi in più, che tutto questo ver
sante destro è sul piano inclinato ad Ovest di calceschisti assai sgreto
lati ed alterati, quindi presenta poca garanzia di stabilità per gli
eventuali scorrimenti facili in tale roccia, resi anche più temibili
una volta rotto l’equilibrio dai lavori stessi di costruzione della fer
rovia. Eguale instabilità, è a temersi pei lembi detritici di varia ori
gine, che ammantano assai ampiamente il fianco montuoso. Abbondanti
le infiltrazioni acquee che penetrano e scendono dagli ampii piani in
clinati a coltivi e boschi salenti al Fraitève. Numerosi e rovinosi per
deiezioni, irrefrenabili sono i torrenti che discendono dall’Est, special
mente quelli di Malafosse, di Pietra Rossa, d’Envers. Ove mai dovessero
perforarsi gallerie, desse sarebbero in condizioni geologiche sfavorevoli
quanto quelle delle gallerie da Chiomonte a Salbertrand, cioè a piccola
profondità ed in rocce molto logore e pronte a scoscendere. Sarebbe
quindi a sconsigliarsi decisamente il tracciato sulla destra. Più solido,
ma anche più costoso, sarebbe un tracciato sul versante sinistro che ri
sulterebbe un lungo seguito di gallerie, scavate però in roccia franca e
resistente, come quella cadente quasi a picco ovunque nel letto della
Dora. Quasi di continuo in galleria od in cornice sarebbe il tratto da
Oulx sotto Vazons, Amazas fino allo sbocco del torrente di Desertes,
che dovrebbe valicarsi ad una certa altezza ed in istretta forra, per
evitarne le piene e gli ingombri. Altro tratto assai lungo o in galleria
od in cornice per raggiungere lo sbocco del vallone di Fenile, donde si
potrebbe risalire allo scoperto sui materiali di deiezione e
morenici
fino
alla località preferibile per valicare la Dora sulla destra, e rivalicarla
sulla sinistra, curva necessaria ad imboccare la grande galleria del Mon-
ginevro, che si troverebbe nella sua direzione sotto un angolo di 100»
a 110° colla direzione della valle principale; a meno che non si entrasse
nello imbocco a mezzo di galleria in curva. Come si vede difficoltà serie
non esistono, ma spesa non indifferente sarebbe richiesta.
La grande galleria penetrerebbe nella massa montuosa sulla sinistra
della Piccola Dora e presso il suo sbocco nel bacino di Cesana a 1355
metri di altitudine ad Est e sotto la Grangia Gardiola, e rettilineamente
si indirizzerebbe agli Alberts, sul versante francese, parallelamente e
poco a Nord dell’ asse del valico esteriore, con un tragitto di 12 chilo
metri. Le roccie da incontrarsi sono per intero calceschisti fino a 2, o 2.5
chilometri dallo imbocco Est, ricoperti probabilmente da straterelli di
schisti verdi e flanitici forse
permiani;
i calceschisti sono assai solidi,