

II. DEVOTO OMAOOIO DI TORINO Al I A MF MORIA DFI. CONTF FRN FSTO DI SAMRUY
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In Consiglio comunale si occupò massi
mamente del problema ferroviario e sopra
tutto della linea del Cenisio.
Era un sostenitore fierissimo della neces
sità di intensificare l’utilizzazione del quel
valico, prima di pensare di aprirne di nuo
vi ; e fu in non poca parte dovuto al suo
apostolato di presidente della « Pro Cem-
sio » se il Governo si decise finalmente ad
attuare il raddoppiamento di quella linea.
AM ICO D E L L 'A R T E E D ELLO SPORT
Negli anni giovanili della sua età il conte
di Sambuy si occupò di arte. Fece parte
con parecchi gentiluomini ed artisti di quel
gruppo di f Amici dell’Acquafòrte », che
tentò di risollevare fra noi quell’arte.
Fu lungamente presidente della Società
Promotrice di Belle Arti, del Circolo degli
Artisti e dell’Accademia Albertina, dalla
quale si dimise quando non potè ottenere
dal Ministero i miglioramenti necessari.
Non c ’era mostra o riunione artistica a cui
non prendesse parte con il suo autorevole
consiglio e con la sua energia organizza
trice.
Il conte di Sambuy fu anche uno
sport-
man
appassionato e molto sacrificava a que
sta sua passione.
Presidente della Società Torinese delle
Corse, allora in pieno splendore, attese per
molti anni con grandi sacrifici u creare quel
la <t
Razza di Sansalvà
» e quella scuderia
da corsa di cui era fiero e che ebbe le popo
larissime vittorie di
Phithagoras
e di altri
famosi cavalli. Nel
pesage
delle riunion ip
piche e di tutti gli avvenimenti sportivi, era
sempre una delle figure immancabili.
Il
conte Ernesto di Sambuy spirò nel po
meriggio del 25 febbraio del 1909 dopo
lunga e straziante agonia, conservando si
no a ll’ultimo respiro, la lucidezza della
mente.
Con il conte di Sambuy è scomparso un
vero uomo, un fiero carattere, una viva in
telligenza ed uno spirito zelantissimo del
pubblico bene.
Il Consiglio comi
Torino deliberò
che al seggio abitualmente occupato dal
conte Ernesto di Sambuy fosse apposta una
targa con il nome di Lui.
La salma dell’insigne e grande cittadi
no torinese riposa, a ll’ombra dei cipressi,
nei sepolcreto di famiglia nel cimitero di
Chieri.