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04

Il Di v o r o OMAOOIO

DI TOR I NO

Al l A

Mf MORIA DI

I.

CONTF F RNF STO DI SAMBUY

Innanzi a tutti m inchino con anime devoto

a S. A . R. il Principe di Piemonte, che volle

con l’Augusta Sua presenza dar maggior lustro

a questa cerimonia; e ringrazio i Principi di Sa ­

voia, che al Principe Ereditario fanno corona.

Mi sia concesse di rivolgermi in modo spe­

ciale a S. A. R. il Duca d ’Aesta. che sempre

onerò della Sua benevola amicizia il nostro

compianto genitore. Altezza Reale, vi posso as­

sicurare che la Vostra degnazione non fu vana,

perchè nostro Padre vi ricambiava con sincera

e completa devozione, e mi immagine quale sa­

rebbe stata la sua contentezza ed il suo orgo­

glio se avesse potuto salutare Maresciallo d Ita­

lia l’invitto Comandante della III Armata.

Non mi è possibile ringraziare personalmen­

te tutti gli uomini, che si occuparono della ere­

zione di queste ricordo : furono molti. Dai Si­

gnori del Circolo degli Artisti che. forse, per i

primi ne ventilarono l’idea diversi anni fa, ai

Signori componenti l’attuale Comitato, così de­

gnamente diretti da S. E. il generale Etna e dal

conte ing. Salvadori, a tutti quelli che se ne

sono interessati, giungano i ringraziamenti fer­

vidi della famiglia, che oggi, ccme sempre, si

sente stretta da indissolubili vincoli alla cara T o ­

rino. da Ernesto di Sambuy tanto amata.

« Noi. figli suoi, oggi riuniti attorno a questa

stele, dritta e rigida come il suo carattere, tra

questi fiori, da lui prediletti, simbolo della no­

biltà e della bontà deU’animc suo, ancora ren­

diamo grazie a tutti quelli che vollero eternata

la sua memoria. Ed in lui devotamente salutia­

mo il grande Educatore, che seppe sempre in­

fondere nei cuori e nelle menti il senso del bel­

lo, del bjono, del giusto. E commossi doman­

diamo che il suo spirito aleggi sempre sopra di

noi per segnarci ovunque la retta via del dovere

e dell oncre. onde tutti i nostri atti siano rivolti

a! bene e alla maggior gloria del Re e della Pa­

tria ».

LE

P A K U L F . L )F L H U L )E S T À

Il

podestà di Torino, ammiraglio Luigi

di Sambuy, con voce rotta dall’emozione,

nel prendere in consegna la stele ed il bu­

sto innalzato alla memoria del suo illustre

Genitore, ringrazia i Principi e tutti quanti

veliero con spontaneità e tributo di amici­

zia onorare la memoria del conte Ernesto.

Egli dice :

A ltezze Reali,

«

Come podestà prendo in consegna la stele

e il busto innalzato alla memoria del conte Er

nesto di Sambuy, mio amato Genitore.

« Mai come in questo momento ho sentito la

mia piccolezza e la mia incapacità, e mai come

ora ho sentito il desiderio di essere forte e po

tente per dare alla mia I orino il contributo che

vorrei per la Sua grandezza. Ad ogni modo, la

fede e la devozione mia illimitata a Casa Sa­

voia, l’esempio del mio Padre che oggi onoria

mo, la guida di Benito Mussolini mi daranno

coraggio e ispireranno la mia opera per il bene

dei miei concittadini.

Ringrazio le LE. Altezze Reali, per la loro

benevolenza verso la mia famiglia e prometto

di dare tutta la mia opera per il servizio della

mia Patria ».

L’austera cerimonia è finita. Un gruppo

di « Piccole Italiane » depone presso la ste­

le una ghirlanda di rose. 1 Principi Reali

lasciano il Giardino acclamati dalla folla al

loro passaggio.

ERNESTO DI SAMBUY

Di nobile presenza, di maniere cortesi,

dotto ed arguto, amantissimo della Patria,

che ha sempre rappresentato per Lui il più

puro ideale, alto ed elegante nella persona,

il conte Ernésto di Sambuy è stato una del­

le figure più tipiche e popolari di Torino.

Aveva un alte sentimento di se ed una

illimitata fiducia nel proprio giudizio, e ciò

10 rendeva restio ad acconciarsi al giudizio

altrui ; ma se trovava qualche valida oppo­

sizione, allora il rude combattente si tras­

formava in un politico abilissimo nell’arte

del ragionare e di persuadere.

La sua voce un po’ velosa, avvezza al co­

mando si faceva quasi dolce e carezzevole,

dal suo spirito sprizzava un’arguzia sottile

e mordace, fino a che non avesse raggiunto

11 suo scopo, o lealmente avesse riconosriu-

te le ragioni dell avversario.

Scrupoloso ed energico nel lavoro, era

ammirabile nel vederlo sbrigare affari deli­

cati di amministrazione, nei quali impie­

gava tutto ;! suo spirito giovanile e la sotti­

gliezza degli accorgimenti diplomatici.

Perchè in tutto Egli recò un eleganza di

spirito ed una raffinatezza nel percepire le

bellezze dell’arte e della poesia, che non

sempre accompagnano le tempre energiche

e combattive come la sua e che gli attirava

la simpatia anche di coloro che militavano

in campo avverso. Come tutte le persone di

azione fu autoritario, portando però in tutti

i suoi atti la sua intelligenza, il suo disin­

teresse, la sua correttezza di gentiluomo.

Aveva nella figura, come nella mentalità

le caratteristiche dei piemontesi di vecchio

stampo e cioè lo slancio, la virtù di sacri