

D I SCORSO DI S. F . BFNI TO MUSSOLINI
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Che cosa era lo Stato, quello Stato che
abbiamo preso boccheggiante, roso dalla
crisi costituzionale, avvilito dalla sua impo
tenza organica ? Lo Stato che abbiamo con
quistato all'indomani della Marcia su Ro
ma era quello che c’è stato trasmesso dal
’60 in poi. Non era uno Stato ; ma un siste
ma di prefetture malamente organizzate,
nel quale il prefetto non aveva che una pre
occupazione, quella di essere un efficace
galoppino elettorale.
In questo Stato, fin dal 1922 il proleta
riato, che dico?, il popolo intero, era assen
te, refrattario, ostile.
Oggi preannunziamo al mondo la crea
zione del potente Stato unitario italiano dal
le Alpi alla Sicilia. Questo Stato si esprime
in una democrazia accentrata, organizzata,
autoritaria, nella quale democrazia il popo
lo circola a suo agio, perchè, o signori, o
voi immettete il popolo nella cittadella del
lo Stato, ed egli la difenderà: o sarà al di
fuori, ed egli l ’assalterà.
(Applausi).
Signori ! Un discorso come questo non
tollera perorazioni ! Solo io vi dico che fra
dieci anni l ’Italia, la nostra Italia, sarà rri-
conoscibile a se stessa e agli stranieri, per
chè noi l ’avremo trasformata radicalmente
nel suo volto, ma sopratutto nella sua ani
ma !
(Vivissimi, generali, prolungati, reite
rati applausi a cui si associano le tribune
—
Il Presidente, i ministri e i deputati sorgono
in piedi acclamando
—
Grida ripetute ed
entusiastiche di
Viva il Duce!).