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DISCORSO DI S. F. BFN ITO M U SSO LIN I

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quattro mesi, Tanno scorso furono 99.

Questo dimostra che il senso della discipli­

na e dell’ordine sono ormai diffusi in tutte

le classi di cittadini.

Onorevoli colleghi, siamo oramai alla

fine dell’anno V del Regime. Voi sapete

che io sono sempre un po ’ malcotento, però

se mi guardo attorno, se guardo quello che

abbiamo fatto in questi cinque anni, ho

qualche motivo di soddisfazione. Vi dirò

fra poco quale è la ragione più profonda

della mia soddisfazione ; voi forse non la

intuite in questo momento.

Le forze del Regime sono compatte, sal­

de, incrollabili. Quali sono queste forze? In

primo luogo il Governo. Ci sono ancora de

gli sfaccendati i quali ad ogni Consiglio di

ministri ripeccano degli antichi peccati,

perchè la forza dell’abitudine, qualche vol­

ta, è pericolosissima, e parlano di rimpa­

sto.

(Ilarità).

E il mio orecchio deve essere

ferito da questa terminologia, che mi ricor­

da l ’epoca di Carlo Magno. No, il Gover­

no è compatto, solido, affiatato, e dovete

considerare che nel Governo fascista tutti i

ministri e tutti i sottosegretari di Stato sono

dei soldati ; essi vanno là dove il loro Capo

indica che devono andare e stanno se io

dico loro di stare. Non c ’è nulla di quello

che ricorda la vecchia cucina dei vecchi

tempi ! C’è la rigida disciplina militaresca

del Regime fascista !

Accanto al Governo, il Partito. 11 Parti­

to ha migliorato la sua compagine in questi

ultimi tempi : intanto ha chiuso le porte ;

quelli che sono stati fascisti nel 1925, 1924,

1923, benissimo; adesso non si diventa più

fascisti.

Tanto peggio per i ritardatari : i nostri

treni non li aspettano !

Ma come nutriremo il partito di linfe vi­

tali? Con la giovinezza.

Io

spero che voi avrete riflettuto sul si­

gnificato straordinariamente simbolico e

profondamente vitale della cerimonia del

28 marzo ; questa leva in massa della gio­

ventù che entra nel Partito e riceve una tes­

sera, che è qualche cosa, come riceve un

moschetto, che è infinitamente di più.

Così il partito in dieci anni si rinnova :

così ad un certo momento ci sarà un Con­

siglio dei ministri in cui il Presidente potrà

avere da 28 a 30 anni. Perchè non è vero

che bisogna essere vecchi e putacaso rim­

bambiti per potere governare : no. Abbia­

mo avuto dei ministri in Inghilterra che

avevano 20, 21 anno, ed hanno governato

brillantemente quello che era e ancora è il

più potente impero del mondo.

Bisogna avere anche — io spero di in­

segnarlo agli italiani — il pudore della vec­

chiaia.

Accanto al Partito, la Milizia : la M lizia

che in questi ultimi tempi è diventata un or­

ganismo anche più importante di quello

che non fosse e che intanto ha avuto la sod­

disfazione di avere la guardia ai confini, di

dare i suoi ufficiali al Tribunale speciale,

di costituire gli Uffici politici d ’investiga­

zione, di ottenere seimila moschetti ogni

mese.

Le legioni sono state dotate dei mezzi ne­

cessari. Si sta studiando per utilizzarle in

caso di guerra, poiché il problema della

Milizia è un probit

panico. Intanto a

quelli che hanno più di 40 anni sarà data

la difesa antiaerea e la difesa costiera.

Ma sopratutto la Milizia ha avuto la edu­

cazione premilitare che ha dato risultati su­

perbi. Così si fa l ’esercito fascista : dal bas­

so ; così si fanno le generazioni guerriere !

Non soltanto di soldati che obbediscono

perchè comandati, ma generazioni di sol­

dati che si battono perchè tale è il loro de­

siderio !

(Approvazioni).

Perchè questa è la

loro passione, perchè sentono di portare

una idea !

Gli eserciti che hanno vinto erano eserciti

che portavano sulla loro bandiera una idea.

E noi oggi portiamo l’idea dell’ordine, del­

la gerarchia, dell’autorità dello Stato contro

la teoria suicida del disordine, della indi­

sciplina, della irresponsabilità.

I

sindacati vanno bene. Specialmente

quelli che inquadrano le solide fedeli masse

rurali. Non bisogna però farsi illusioni ec­

cessive per quello che concerne il così detto

proletariato specificamente industriale : è in

gran parte ancora lontano, e, se non più

contrario come una volta, assente.

E ’ evidente che noi dovremo essere aiu­

tati anche dalle leggi fatali della vita. La

generazione degli irreducibili, quelli che

non hanno capito la guerra e non hanno ca­

pito il Fascismo ad un certo momento si

eliminerà per legge naturale. Verranno su

i giovani, verranno su gli operai e i conta­

dini che noi stiamo reclutando nei balilla e