

D ISCORSO DI S. F. BFN ITO MUSSOLIN I
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ne l ’abbiamo in noi, cari signori. Noi non
siamo dei vecchi ronzini che hanno biso
gno di essere pungolati. Noi controlliamo
severamente noi stessi. L ’opposizione so
prattutto la troviamo nelle cose, nelle dif
ficoltà obiettive della vita, la quale ci dà
una vasta montagna di opposizioni, che
potrebbe esaurire spiriti anche superiori al
mio. Quindi nessuno speri che dopo questo
discorso si vedranno dei giornali antifasci
sti, no; o che si permetterà la resurrezione
di gruppi antifascisti ; neppure. Si ritorna
al mio discorso tenuto prima della rivolu
zione in un piccolo circolo rionale di M ila
no, 1’
«
Antonio Sciesa » ; in Italia non c ’è
posto per gli antifascisti ; c’è posto solo per
i fascisti, e per gli afascisti quando siano
dei cittadini probi ed esemplari.
(A p
plausi).
Ora non si deve pensare che la rivoluzio
ne fascista — poiché ormai anche i nostri
più feroci avversari sono convinti che noi
stiamo rimpastando l’Italia da cima a fon
do, e siamo appena all' inizio — possa p a t
teggiare con la controrivoluzione. Che cosa
succederà? Succederà che gli antifascisti si
ridurranno al lumicino; vivranno di sante
memorie; non potranno fare altro. Sapete
voi che fino al 1914 ci fu a Napoli un g rup
po borbonico?
(Commenti).
Lo sapete che
fino al 1914 si stampava anche un giornale
che si chiamava il
Neo-Guelfo
?
(Ilarità).
Chi erano? Erano dei vecchi funzionari
dell’epoca borbonica, i quali tutte le volte
che vedevano i
crachats
delle decorazioni,
o i papiri del loro regime si commuoveva
no. Finalmente venne la guerra, si riuniro
no, collocarono una iapide sul circolo e non
se ne parlò più.
(Si ride).
Così sarà di tutti
gli antifascisti; a un certo momento, rico
nosceranno che è veramente stupido cozza
re contro il macigno.
Vengo ad un altro punto: regime, pre
fetti, partito.
Coloro che ricordano il Gran Consiglio,
il primo Gran Consiglio che si tenne al
Grand Hotel
in data 11 gennaio 1923 e che
fu importantissimo perchè creò il Gran
Consiglio e la Milizia, ricordano che io d is
si al Partito : datemi 76 prefetti fascisti e
76 questori. Parve un ’eresia fare il prefetto
e sopra tutto fare il questore. Pareva che
avessi fatto una proposta oscena.
(Si ride).
Tuttavia ci furono degli eroi che accettaro
no di fare il prefetto uscendo dal partito e
due di costoro fra gli altri hanno funziona
to egregiamente, parlo del Devita che sta a
Torino, e del Guerresi che è inamovibile a
Cosenza.
Quindi non è vero che solo nel novem
bre si siano presi dei prefetti dal partito.
L ’esperimento era stato fatto prima, sola
mente con una aliquota ridotta.
Devo dire che i prefetti presi dal partito
funzionano splendidamente.
(Approvazio
ni).
Aggiungo che quando mi deciderò a
fare un movimento di prefetti, e adesso
avete notato che i movimenti sono rari, d i
stanziati, perchè i prefetti non devono viag
giare continuamente nelle tradotte del tras
loco, perchè altrimenti finiscono col non ca
pire più nulla della situazione provinciale;
quando mi deciderò, dicevo, a fare il mo
vimento di prefetti, chiederò al partito
un ’altra aliquota <
tti fascisti, possi
bilmente della prima ora.
La circolare ai prefetti è un documento
fondamentale perchè ha stabilito la posi
zione esatta del Partito nel Regime in ma
niera che non tollera più equivoci. Dico su
bito che dai colloqui che ho avuto con ben
90 prefetti, ho avvertito che solo in una
diecina di provincie, o signori, la situazio
ne non era chiara, c era cioè quello che ho
chiamato lo slittamento dell'autorità, la
mezzadria del potere. Ma in tutte le altre
provincie devo dichiarare solennemente
che tutti i segretari federali erano, come de
vono essere, degli organi subordinati al Ca
po della provincia.
Così come al centro l’onorevole Turati
viene tutte le mattine da me a prendere or
dini, altrettanto è logico, e non per sempli
ce analogia formale, che nelle provincie ac
cada altrettanto.
Chiarita così la posizione, ci potranno
ancora essere delle frizioni, perchè la na
tura umana non è facilmente addomestica
bile, ma queste frizioni diminuiranno, e ad
ogni modo io non darò mai la testa di un
prefetto a nessun segretario federale
(Ap
provazioni)
e sopra tutto se questo prefetto
viene dal Partito nazionale fascista, e se è,
come deve essere,- un probo funzionario,
servitore devoto del Regime.
(Applausi).
Poi, in quella circolare mi occupavo di
un altro fenomeno. Ormai questo discorso
ha un valore puramente retrospettivo, per