

II. P fV O T O OMAUO IO n i TORINO A LI A MFMORIA P F L CONTF FRN FSTO DI SAM BUY
Francia il celebre cavaliere Louis Balbis de
Berton. detto «
Le brave Crillon
», 1 amico
di Enrico IV, discendente da un ramo dei
Balbo Bertone stabilitosi in Avignone al
tempo della dedizione della Repubblica di
Chieri a Casa di Savoia.
LA NASC ITA
E LA V ITA POLITICA
Ernesto Balbo Bertone di Sambuy era
nato il 12 aprile 1837 a Vienna, dove suo
padre, il luogotenente-generale conte V it
torio Amedeo, trovavasi in qualità di mini
stro plenipotenziario di S. M. il Re di Sar
degna presso l’imperatore d ’Austria. Il
giovane fu messo in collegio a Bruxelles.
Ritornato in patria, giovanissimo entrò nel
la Camera dei deputati come rappresentan
te del collegio di Susa. ma rinunziò al man
dato il 25 agosto 1870. Tornò a sedere al-
l’Assemblea Nazionale della XII legislatu
ra, mercè i voti degli elettori del collegio di
Chieri, dai quali ebbe confermato il man
dato anche per le due successive legisla
zioni XIII e XIV. Durante quest’ultima e
precisamente nel febbraio del 1881, si di
mise per ragioni di salute, ma la Camera
gli accordò un congedo di tre mesi. In prin
cipio della XV legislatura fu eletto fra i rap
presentanti del primo collegio di Torino,
però nel marzo del 1883 essendo stato no
minato sindaco di Torino, si dimise da d e
putato.
Alla Camera aveva militato nelle file del
partito moderato, prendendo parte a molte
Commissioni governative e parlamentari,
specialmente in fatto di belle arli e di in
dustrie.
Con regio decreto 25 novembre 1883 il
conte di Sambuy era stato nominato sena
tore del Regno.
Alle sedute del Senato intervenne con
zelo. Nessuna importante discussione lo eb
be assente.
IL S I N D A C O
Il
conte di Sambuy era giustamente con
siderato dai torinesi come una delle perso
nalità cittadine più eminenti.
Come tutti gli uomini, egli ebbe nella
sua attività di sindaco e consigliere amici
ed avversari ; ma tutti — amici ed avver
sari — furono sempre concordi nel ricono
scere che tutta la sua opera fu ispirata sem
pre da un grande, sincero amore civico, da
un superbo entusiasmo per la sua città, nel
desiderio di recare ad essa il maggior bene
possibile.
Il
conte di Sambuy, apparteneva a ll’Am-
ministrazione comunale dal 1867.
Fu eletto consigliere nell’ottobre di det
to anno, e non cessò da allora di far parte
del consesso civico.
Nel 1883 fu, per decreto regio, nomina
to sindaco e rimase a capo dell’Ammini
strazione comunale fino al 1886.
Per voto del Consiglio del 10 settem
bre 1902 fu chiamato al sindacato, ma non
volle assumere l ’onorifico onere, troppo
grave per le sue condizioni fisiche.
Fu un sindaco gran signore, attivissimo
nelle difficili mansioni, non trascurando
nessun problema amministrativo o tecnico
per il bene di Torino.
Quale orma ha Egli lasciato negli annali
municipali. Onesto fino allo scrupolo, ani
ma di artista, prudente amministratore, ha
portato nelle discussioni consigliari, nelle
iniziative di opere a beneficio della città,
nelle più gravi deliberazioni un grande con
tributo di assennate proposte.
Gli atti municipali sono pieni del suo no
me e dell' opera sua.
Iniziò coraggiosamente lo sventramento
del tetro scacchiere delle vie centrali torine
si, riuscendo ad ottenere dal Consiglio l’ap
provazione per le due diagonali di via Pie
tro Micca e di via Quattro Marzo.
Avendo nella sua gioventù molto viag
giato
e
conoscendo tutte le principali capi
tali europee, non poteva concepii e come la
sua Torino dovesse ridurre i suoi ideali
estetici ad un grosso villaggio.
Ma 1opera a cui prestò le sue maggiori
cure fu quella dei giardini pubblici di cui
era amantissimo e gelosissimo. Da moltis
simi anni ne era sopraintendente, e la sua
sopraintendenza era un terrore per gli stessi
uffici municipali, quando si trattava di se
gare un ramo o di sopprimere un albero.
Acquistò nel ramo del giardinaggio un ’au
torità indiscussa, cosicché quando Bologna
creò il suo nuovo giardino « Regina Mar
gherita » ne chiese al conte di Sambuy il
disegno ed i suoi preziosi consigli, confe
rendogli per riconoscenza la cittadinanza
onoraria.