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DON BOSCO SANTO I TAL IANO

Si legge sui libri dei molti biografi di Don Bosco

che il Santo non fece politica. Se la politica è intesa

in un certo senso che ognun sa ne posso senz’altro

convenire. Ma di quella politica a quel tempo ed in

quel paese se ne faceva poca. — Se politica è invece

«politèia », ed, al plurale, «tà politikà » e cioè tutto

ciò che contribuisce alla vita della «pòlis », non sol­

tanto Don Bosco ne fece molta ma contribuì larga­

mente a segnare nuove vie al reggimento della cosa

pubblica nella più assoluta modernità penetrando

largamente nel futuro. Una minuta analisi dell’in­

tervento di questa forza determinante nei continui

atti di volontà di tutto un popolo che costituiscono

U storia del Risorgimento rivelerà le verità più

impensate, e contrastanti con quella incrostazione

di luoghi cornimi che impedisce ancora a noi la

chiara visione della linea costruttiva di quell’edificio.

Non sono certamente nè il primo nè il solo, ma sono

un instancabile assertore che tutta la storia di quel

tempo sia da rivedersi in funzione della vita di oggi.

Ciò è quanto dire che lo studio sereno avviene, come

è sempre avvenuto, soltanto a tappa compiuta nel

cammino della storia. L'antica tappa, coi suoi splen­

dori e con le sue ombre, è quella che si chiude col

1922; la nuova è quella che si apre con la Marcia

su Roma. La nuova ha per sua prima conquista

quella compiuta unità del popolo italiano che è gloria

acquisita di Benito Mussolini, quella unità di spiriti

a cui in Italia è parte essenziale la religione. Come i

mattoni ed il cemento del Monferrato portano il

segno della sua terra, cosi le pietre di questa unità

portano inconfondibilmente il segno di Don Bosco,

che lavorò per crearla senza riposo e con alto ingegno

e con cristiana carità fra i Suoi birichini, i Suoi

giovani, i Suoi discepoli, i Suoi operai, i Suoi preti:

i Santi Suoi che non mancò di formare. Per Lui

non esistette mai, neppure nelle ore più tetre, più

eccitate e comunque più difficili, un abisso non col­

mabile fra lo Stato e la Chiesa, la Patria e Dio.

La storia del Risorgimento è ancora da scriversi,

non ad uso di soli uomini o di sole regioni o di cor­

renti più o meno peregrine di pensiero che vi abbiano

contribuito, ma per scoprirvi i disegni sacri della

Provvidenza al cui miracolo tutti servirono. Tanto

ne furono tutti semplici strumenti che quel Pontefice

dal Quirinale ne benedisse la spinta {Mima, benedi­

zione che non ritirò mai, ed il grande Re Vittorio

Emanuele II morì

Re i Italia

nello stesso Quirinale

benedetto morente dallo stesso Pontefice. Non è poi

senza profonda significazione che di quella benedi­

zione e della pia morte del Re esista un rapporto

del nostro Santo al Papa Pio IX, che stava per

seguire il Re a breve scadenza nella tomba, e che

questo rapporto non abbia ancora riveduta la luce

appunto perchè la storia non è ancora scritta. Simili

coincidenze possono apparire strane a chi non crede,

ma non sono meno storiche.

Così noi dobbiamo guardare Don Bosco, vivo

come Santo e vivo come uomo della storia, operante

in santità fra i Suoi amici ed i Suoi ■anifà,

ancor

essi vivi ed operanti allora ed oggi. È verità che

tutti i settari di ogni campo, tutti coloro che non

comprendono la gioventù e vorrebbero chiuderle la

via, tutti coloro che si illudono che con un tratto

di penna od un diniego od una repressione si pos­

sano formare generazioni al vivere civile, che è

tanto come dire a tutta la vita della società; tutti

quelli che predicano dall’alto il bene senza discen­

dere a conquistarlo in mezzo al male, tutti i carita­

tevoli di una carità fatta di sopportazione anziché

di amore e di solidarietà comune, erano, come sono

ancora, i Suoi nemici. Sono anche perenni nemici

Suoi, rivelatisi in ogni occasione lontana e recente

ed ancora recentissima e pronti più che mai a rive­

larsi nel domani, non soltanto costoro, che sono

figure di ogni aggregato di uomini e possono certa­

mente trovare loro dimora ovunque, ma tutti i ne­

mici della Sua e nostra grande madre comune:

l’Italia.

Sono invece amici Suoi, perennemente operanti

ed oggi in piena esultanza ovunque coloro in ogni

contrada del mondo, che sanno servire al Signore in

letizia, convinti che la religione nostra è sempre

luce e sorriso, non mai peso e tenebra; coloro che,

amandola, confidano nella gioventù e sanno che non

deve soltanto essere preparata al domani ma anche

immessa nell’oggi facendo sì che l’ascesa non debba

essere conquista contro i padri ma rio

l 'no amo­

roso di quelli che hanno per principio direttivo e

conduttore di tutta una azione di comando e di

guida l’andare verso il popolo: unità concreta nella

sua completezza, corpo vivente ed operante dello

Stato; coloro che pensano e credono servendo umil­

mente il Signore che:

qui laborat orai

; coloro che

amano l’Italia con la stia fede, della quale è culla e

custode, come unità inscindibile nei cuori e sanno

dare alla Patria che è il più alto dono di Dio tntto

quanto darebbero

alla

madre; coloro infine che nella

Patria

amano

centro e cemento di unità il loro Re

come lo amò Don Bosco.

• * *

Don Bosco fu un miracoloso educatore che pre­

venne i tempi, fu uno dei costruttori del Risorgi­

mento; fu un dilatatore del nome e della gloria

d’Italia nel mondo; fu un Santo che, onorandola

ogni giorno, esaltò ed adorò la Sua Patria.

Incominciò il Suo apostolato crai l'azione immer­

gendosi interamente nella vita del

popolo,

anzi rac­

cogliendo della gioventù quanto nessun altro

voleva

ed il mondo aveva respinto. Egli

è,

come

abbiamo

detto, un Santo del suo tempo, anzi un Santo

della

Sua ten-a e della storia d'Italia inserito in

qodla

come tutta l’opera Sua

è

intessuta di

azione.

Egli è

nella storia in quanto la Sua azione

non vive nel­

l’oggi

se

non per diventare futuro, per

tramandarsi

nel

tempo. Si

è

parlato

dà Suoi metodi educativi.