

DON BOSCO SANTO I TAL IANO
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Quando ne parlarono a Lui rispose di non sapere di
averne.
Studiando ed esponendo in sintesi la linea della
Sua vita vediamo la conferma che quella è sintesi
della vita di un popolo ricco di storia e legato da
quella e dalla natura della terra sulla quale vive
ad una determinata condotta.
È il caso di precisare qui come il termine basilare
di tutta la Sua azione, che è poi sempre sintesi anche
perchè non ha il tempo di perdersi nella specula
zione e nell’analisi che altri dovranno fare della Sua
gigantesca costruzione, sia il principio cristiano della
vita civile e del rispetto alla autorità dello Stato.
A lui: piemontese, monferrino del tempo nel quale
Carlo Alberto lo costruisce o ricostruisce, lo Stato
nuovo appare già quale può apparire oggi a noi, fatte
poche riserve per la mutata condizione dei tempi.
Sopra una simile piattaforma Egli attende alla educa
zione del Popolo nel senso morale, civile, sociale e cioè
in tutta la vasta complessità di una simile missione.
Quando Pio IX, contro ogni ostilità, che non
mancò e fu anzi tenacissima, volle dar vita di diritto
e sanzione alla Congregazione Salesiana nel 1869
segnò parole che confermano più che mai la verità
della osservazione fatta sull’aderenza alla Storia,
alla vita, all’azione, in una parola: allo Stato. Il Pon
tefice del Risorgimento e del Primato disse della
nuova Congregazione: «è nuova nella Chiesa, perchè
di genere nuovo, perchè venne a sorgere in questi
tempi, in maniera che possa essere ordine religioso
e secolare, che abbia voto di povertà ed insieme pos
sedere, che partecipi del mondo; i cui membri siano
religiosi e secolari, claustrali e liberi cittadini •>.
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Fu istituita perchè si vegga e vi sia modo di
dare a
Dio quello che èdi Dio edaCesare quello che èdi Cesare
».
I-a prima impressione che abbiamo noi da queste
parole, la prima verità che vediamo è la verità
storica sulle figure di Don Bosco e del Suo grande
protettore Pio IX. Nessuno voglia, come non può
dimenticare la data:
i ° Marzo i86g,
un anno prima
del 1870, quando l’Italia unita a Stato da otto anni
urgeva e premeva su Roma come al centro ed alla
madre della Patria rinnovata.
La Storia dice che sono due grandi figure di ita
liani e che l’opera loro contribuiva in santità alla
creazione ed al consolidamento di quello Stato na
scente, alla fusione unitaria di quel popolo italiano
che dovevano portare poi a compimento e perfe
zione altri grandi italiani della storia di oggi, uno dei
quali è sedente sulla Cattedra di Pietro. Per la Storia
non ha importanza il contrasto più o meno tempo
raneo fra l’una e l’altra figura degli uomini che la
fanno. Questa è cronaca, è fatto contingente, non è
l’atto o la serie di atti di volontà per i quali vien
creato un alveo alla grande corrente, segnata una
strada al cammino dei popoli, così che dal passato
l’uomo veggente del domani ritrova le vie dell’av
venire. Poiché la Storia si scrive dopo; quelli che
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