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buone : l'amore, l’arte, l'amore paterno, il de­

siderio della mamma sono visti e resi con so

brietà di mezzi e con efficacia sicura.

L'ambiente di un cenacolo d'arte ripete i te­

mi noti e cari della vita di bohème... nella trat

tazione di essi gli autori si allontanano però dai

modelli francesi e italiani fatti di spavalderie

sbarazzine e di romantiche tristezze, per avvici­

narsi a quelli russi sostanziati di più fredda in­

dagine e di un più sconsolato e rassegnato sen­

so della vita.

Anche in questa parte, nonostante qualche

momento di falsa impostazione e di trionfante

maniera

non è diffìcile trovare pagine vigorose

nella loro scarna semplicità : ricordo qui volen­

tieri la visita al deposito dei cadaveri esposti al-

l'Ospedale che è veramente buona sotto ogni

aspetto.

Concludendo : il libro è una buona promes'p.

che fa guardare con molta simpatia ai suoi gio­

vani autori ed incoraggia a bene attendere da

Essi.

(p. r.)

G. Rei

SOLI

:

Ardant du Pick■

Torino, Off. gra­

fiche Scarrone, 1929-VII.

Ardant du Pick, Colonnello dell'Esercito Fran­

cese, caduto il 15 ag. 1670 a Longville-les-Metz,

autore di pochi ma pregevolissimi scritti militari,

è ricordato e interpretato dal Reisoli in questo

suo libro.

L'A . ha cercato, ed è pienamente riuscito, di

presentare al lettore il pensiero dello scrittore

francese in una specie di versione libera, non te­

nendosi legato alle pastoie della traduzione let­

terale. Il lavoro ne hfc guadagnato in freschezza

e in profondità : le osservazioni del Reisoli e il

pensiero del du Pick si fondono sì che ne risulta

un tutto armonico ed efficace.

Errerebbe chi credesse che, per avere un ot­

timo esercito, ben organizzato, disciplinato e

saldo nel combattimento, occorra dargli soltanto

una disciplina ferrea, un completo armamento,

una minuziosa organizzazione.

L’A. mette in guardia contro l'errore di molti

di adagiarsi nelle illusioni che si traggono dalle

esercitazioni del tempo di pace, dove lo studio

è applicato a un soldato calmo e obbediente, in

condizioni di spirito ben diverse da quelle in cui

si troverà nel vero combattimento.

« Mai abbastanza si insisterà sulla incredibile

differenza tra la teoria e la pratica, fra i numeri

e gli uomini, mai abbastanza si dirà e si ripeterà

che la prova suprema della guerra sempre ha

fatto giustizia di tutte le teorie meccaniche, e,

specialmente, di quella addirittura ignominiosa

del numero, che non calcola la quantità di co­

raggio, ma la quantità di carne umana, il che si­

gnifica spregiare l'animo e dimenticare comple­

tamente la qualità, che sola è degna, che sola

è capace del successo », pag.

121

.

E' dallo studio dell'anima dell’uomo-soldato

dalla vera realtà dei suoi sentimenti nel pericolo,

debolezze ed entusiasmi, che bisogna partire per

arrivare a dargli un sistema di guerra, un modo

di combattere che più si adattino al suo tempe­

ramento nelle battaglie :

« ...che siano appropriati alla maniera impo­

sta, inevitabile di combattere, che abbiano per

effetto di regolare questa maniera nella misura

del possibile, e, per conseguenza, di togliere il

più possibile al caso, conservando lungamente

al capo la direzione del

ente, direzione

che sfugge d’un tratto, quando l’istinto del sol­

dato è in contraddizione assolutamente incom­

patibile col metodo prescritto », pag.

110

-

11

.

E, per giungere a questo vertice di cono,

•cenza psicologica, occorre cominciare l’analisi

ab ooo

dalle forme antiche e più semplici del

combattimento, per poter giungere non all’im-

prowiso di fronte alla ben più complessa qjie-

stione della guerra moderna.

« Lo studio del passato soltanto, ci può, dun­

que, dare il sentimento del praticabile e farci

vedere come, domani, forzatamente, inevitabil­

mente, combatterà il soldato », pag.

110

.

« Certamente, nella battaglia ha larga parte

l’impreveduto, ma questo sarà tanto minore,

quanto più il senso e la conoscenza della realtà

avranno presieduto alla preparazione dei com­

battenti e saranno diffusi nei nostri ranghi », pa­

gina 45.

E* questo lo scopo del libro : diffondere il no­

me del du Pick, perchè attraverso di esso, mag­

giormente si diffonda il suo pensiero e la sua

giusta affermazione che solo l'indagine morale

del soldato può additare la miglior via da segui­

re per preparare l'esercito.

Due studi : uno sulla battaglia di Farsalo, l'al­

tro su quella di Canne e il sistemo usato nella

raccolta del materiale per la compilazione de «Il

Combattimento Moderno » completano l'opera

»