

M e m o r i e
T o r i n e s i
L’Università dei C iaba t t in i
11 mestiere del ciabattino, detto pure con
parole antiquate
zavattino o scarpinello,
per
quanto appaia meschino e di nessuna im
portanza, fu soggetto di non pochi provve
dimenti sovrani tanto sull’esercizio di esso,
quanto sui limiti cui doveva restringersi, e
sul commercio dei suoi prodotti. Consiste
va quest’...arte nel rattoppare ciabatte e nel
farne con cuoi usati, e si distingueva da
quella del calzolaio dal fatto che quest'ul
tima non produceva che calzature nuove.
Il commercio dei prodotti di questo me
stiere, non che la raccolta di quanto ne co
stituiva la materia prima, furono costante-
mente protette dalle vigili cure sovrane.
Pare incredibile come dagli esercenti il
mestier del ciabattino, nella sola città di
Torino, abbia saputo il Governo, — sia
colla limitazione di detti esercenti colla
creazione delle « piazze », sia in altro mo
do — trarre denaro, proporzionatamente,
in maggior quantità che non da altri me
stieri più lucrosi e assai più fiorenti.
I privilegi che i ciabattini ottenevano dal-
l’Autorità governativa, erano per lo più
onerosi, e perciò la loro Università ne era
la gelosa custode e ne promoveva l'esatta
osservanza sia coll'ottenere inibizioni e con
ferme delle antiche concessioni, sia coll'im
petrare più severe sanzioni contro i con
travventori.
Del resto tutti i diversi mestieri, partico
larmente nei secoli XVII e XVIII, formava
no, fra coloro che li esercitava, altrettante
Società o Corporazioni che per le disposi-
zioni governative che le regolavano, e per
l’alta importanza che assumevano, prende
vano il nome di Università. Ogni città o
paese aveva tante Università quante erano
le professioni, e l ’una dall’altra, per quan
to affini, erano nettamente divise, tant’è
vero, ad esempio, che a Torino v ’era
1’ « Università dei ciabattini » e 1’ « Uni
versità dei calzolai ».
E non ridano i lettori per la originalità
dello stile e delle disposizioni che riscontre
ranno nelle suppliche e decreti riflettenti
tale Università, poiché esse rispecchiano
l ’andamento dei tempi e le usanze del
l ’epoca.
Uno dei primi documenti emanato dal
Governo a beneficio dell’ « Università dei
ciabattini» rimonta al 4 settembre 1620.
Esso esaudisce una supplica dei ciabattini
di Torino chiedenti disposizioni atte ad im
pedire abusi : « gli avventurieri, che sotto
colore dell'arte di zavattino vengono alla
giornata in essa città di Torino ove talvolta
si fermano come l'uccello sopra il ramo, a
pigliar li guadagni in essa città, a danno
delli residenti in essa, e sì tosto che pre
sentano qualche imposto, si ritirano fuori
degli Stati di S. A . e lasciano gli esponenti
nelle strazze a pagar per loro, ai che desi
derando si provvedi per molti rispetti, oltre
alli predetti, acciò si levino gli abusi ecc. ».
In risposta ai desideri espressi dai cia
battini, ecco le « lettere patenti » emanate.
C
arlo
E
m a n u e l e
Per (ìrazia di Dio. Duca di Savoia,
Principe di Piemonte ecc.
« Veduta nelle udienze nostre l'alligata
supplica, e suo tenore ben considerato, at-