

de messieurs les Maires de Cocconato et de
Ceretto. Elle n’a souffert que du froid >».
L’areostato — che misurava 22 piedi pa
rigini di diametro e 5577 piedi cubi di soli
dità — mezz’ora dopo la partenza scompar
ve agli occhi degli spettatori.
Durante il viaggio la signora Blanchard
sofferse di una emorragia al naso, ma sen
za conseguenze.
La quota massima di elevazione fu di cir
ca 3900 tese alla quale altezza il freddo era
insoffribile, segnando il termometro da ! 7
a 18 gradi sotto il ghiaccio, ciò che decise
a scendere la signora Blanchard, che si sen
tiva ormai quasi irrigidita (I).
Com’è accennato nel resoconto de «Le
courrier de Turin » la discesa avvenne alle
ore 5 e 22 minuti in un campo di messe
tra Ceretto e Cocconato.
Nè l’entusiasmo si fermò alle manifesta
zioni della giornata, che anche i poeti sen
tirono eccitata la loro lira e scrissero versi
per l’intrepida aeronauta.
E nei sonetti firmati L. R. viene cantata
con versi iperbolici e peregrini la eccezionale
impresa. Però i versi di questo poeta L. R.,
che sappiamo essere — giusta la dichiara
zione del prof. Giacinto Carena in una let
tera al Barone Negro — Luigi Richeri, pare
(he siano stati dettati non solo dall’entusia
smo per l'avvenimento ma anche da un cer
to non so che... per Maddalena.
Allo sfogo popolare e poetico subentrò in
seguito la parola pacata e misurata della
scienza. Così il «Giornale delle Scienze ed
Arti di Torino » pubblicò una Memoria sulla
«Quarantesima quinta ascensione della si
gnora Blanchard » : Memoria che ha dato
luogoad una risposta polemica firmata G. C.
Ma chi era questa Signora Blanchad?
La storia della aeronautica di quei tempi
culmina, direi quasi, nel nome dei Blan
chard.
Maria Maddalena Sofìa Armand era la ve
dova del famoso inventore ed aeronauta
Francesco Blanchard morto nel 1809, colpi
to da apoplessia durante una ascensione.
Conta parlarne di questo uomo.
A dodici anni Francesco Blanchard ideò
una macchina per volare. Più tardi costruì
un battello volante che si elevava a venti
piedi da terra.
Dopo l'invenzione dei fratelli Mongolfier,
— i quali trovarono quanto fu disperatamen
te da lui cercato — il 2 marzo 1784 Blan
chard predispose per una ascensione al cam
po di Marte a Parigi, ma, mentre tutto era
pronto, ecco che si scorge un piccolo guasto
all’apparecchio. Si ritenne che l’inconve
niente fosse stato provocato dalla sbadatag
gine dell’allievo della scuola militare Bona-
parte (quello che fu poi Napoleone il Gran
de). ma in seguito si è potuto stabilire che
quell’allievo sbadato era certo Dupont.
Blanchard, con molti stenti, attraversò
ugualmente la Senna ; ma siccome l’areosta-
to di questa impresa portava una banderuola
recante il motto alquanto pretenzioso : Sic
itur ad astra, un burlone scrisse il seguente
epigramma che fece il giro di tutta Parigi :
Au Champ de Mara il s’envola;
Au Champ voisin il reità la;
Beaucop d’argent il ramasia
Messieurs, sic itur ad astra.
L’anno seguente Blanchard, nel suo pal
lone, attraversò la Manica da Douvres a Ca-
lais. Questa traversata gli fruttò, col sopran
nome di «Don Chisciotte della Manica » un
premio di
12.000
franchi ed una pensione
annua di 1.200 accordatagli da Luigi XVI".
Nel 1791 Blanchard fece a Filadelfia la
sua quarantacinquesima ascensione.
Poi percorse il mondo, e nel 1793 lo tro
viamo a Nuova-Yorkoveavevacostruito una
flotta aerea colla quale si proponeva di ritor
li)
Piede parigino m. 0.32S. Piede piemontese detto
Piede Liprando m. 0.5144. Tea* di Torino-m. 1.714678