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Torino e il suo Beato Don Bosco
Torino ha insuperabilmente il 9 giugno
onorato il
Suo
Beato.
Tra due siepi fittissime di parecchie cen
tinaia di migliaia di persone un corteo in
terminabile accompagnò al suo altare il
Beato Don Bosco. Lungo il percorso ogni
finestra, dalla Reggia alla più povera casa,
aveva un drappo, un fiore : sui balconi, sui
terrazzi, sui tetti persino, grandi grappoli
umani ; ovunque, in tutti ed in ognuno, un
senso di sorridente simpatia, di cordiale de
vozione, di sentita pietà che più sacro ren
deva il religioso corteo, nel quale, in ordine
mirabile, sfilarono cardinali, vescovi, auto
rità civili, militari e politiche, associazioni,
istituti, gente di ogni classe, di ogni età,
di ogni nazionalità.
Nel cuore di tutti era lo stesso palpito di
fede e di amore, tutti avevano negli occhi
la luce della stessa visione e però mai, nella
varietà degli episodi, delle scene, nella di
versità e difformità dei partecipanti si vide,
e forse si vedrà, così santa e signorile con
cordia di spiriti : centinaia di migliaia eran
le creature, una sola l’anima.
Tanto entusiasmo fu indice di uno stato
d ’animo non passeggero ma permanente. I
Beati Cottolengo e Don Bosco nascosero se
stessi nelle loro opere, Piccola Casa della
Provvidenza, Oratorio di S. Francesco di
Sales, ma il popolo, mentre continua negli
anni a chiamare *<Artigianelli » l’ istituto di
Don Cocchi e del Murialdo; «Verdine»
l’ istituto del teol. Saccarelli; «Suffragio»
l'opera dell’abate Francesco Faà di Bruno;
« Ospedaletto », « Giuliette », « S. Filome-