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T i r i r

I n

p i a z z a

M a r i a

A u t i l i a t r i c e

Nel 1878 è ancora Don Bosco che ottiene

eia Crispi, l’antico beneficato, l’assicurazio­

ne che il Conclave avrebbe avuto a Roma

tutte le garanzie di difesa e di libertà : e fu

questa assicurazione di Don Bosco, che per­

suase il Sacro Collegio dei Cardinali a non

tenere il Conclave all’estero.

Ma prima ancora, nel 1865 e nel 1866,

è Don Bosco che riprende la fallita missione

del Vegezzi, e, intermediario fedele e abile

della Santa Sede, tratta con Ricasoli la in­

tricata questione della nomina dei Vescovi.

Ricasoli aveva detto al fiduciario del go­

verno, il Tonello, (i vedete di intendervi con

Don Bosco » e al di fuori ed al di sopra del­

le divergenze politiche, avendo di mira solo

a felice risultato la delicatissima missione.

Identico successo ottenne la sua media­

zione presso il ministro Lanza nel 18 7 1.

E nuovi rapporti e contatti ebbe Don Bo­

sco col governo d ’ Italia nel 1874 ; ancora

era mediatore tra lo Stato e la Chiesa su

una questione riguardante l’episcopato, ma

la stampa volle allora intravedervi trattative

di una vera e propria conciliazione. Il

Fan-

fulla

(Il gennaio 1874) denunciava «la

missione bene avviata di un distinto prelato

piemontese», la

Libertà

(12 gennaio 1874)

precisava che « i tentativi devono essere at­

tribuiti a Don Bosco pietoso (sic) e rispetta­

bile prete piemontese » ; la

Capitale

(18 gen­

naio 1874) non si peritava di scrivere che

« ieri il famoso Don Bosco, il prete piemon­

tese, fu « ammesso niente meno che al Con­

siglio di Stato per proporre il modo di con­

ciliazione ».

Ai giornali della capitale fecero ampia

eco i giornali della provincia e in allora Don