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aspetto regale e a perdere quello di fortezza

a difesa del cuore dello Stato.

La raccolta comprende anche due ritratti

del Duca Carlo Emanuele 11, uno a mezzo

busto, in età giovanile, con ricco giubbetto

ricamato, coi grandi occhi buoni e pene­

tranti e l’aspetto aristocraticamente vivace,

e uno a cavallo, di grande formato, con par­

rucca, corazza, stivaloni alla moschettiera e

scettro nella mano destra. Questo Principe,

strumento nelle abili mani della madre fin­

che questa fu in vita, fu amante del fasto

e dei piaceri, esponente di quella «Corte

gioconda » che con preoccupazione del sen­

so storico Gramegna ci ha dipinto a così

vivi colori. Ma quando, dopo la morte di

Maria Cristina nel 1662 assunse le redini

del governo, si mostrò principe coscienzio­

so. rigido amministratore e di severo spirito

militare : A Lui si debbono le prime unifor­

mi e i nomi dei gloriosi reggimenti Savoia,

Aosta, Monferrato, Piemonte, Nizza, che

hanno inciso a caratteri d ’oro le loro pro­

dezze nel gran libro della storia.

Vedovo a trent’anni della delicata e buo­

na Francesca d ’Oriéans chiamata per le sue

preclari doti di dolcezza « colombina d ’amo­

re » (parla di Lei ancora il Garittone del Ba-

stion Verde dove soleva appartarsi in cerca

del sole ristoratore), passò a seconde nozze

con Maria Giovanna Battista di Nemours

che doveva poi alla sua morte reggere lo

Stato fino al 1686, con la stessa fermezza

e con la stessa gelosa tutela degli interessi

di Casa Savoia che avevan dimostrato Jo­

landa, la sorella di Luigi XI, e poi Maria

Cristina. Anch’essa, come la suocera e il

marito, non ostante le calamità dei tempi,

arricchì Torino di suntucsi edifici e ville nei

dintorni (basterà ricordare il palazzo Mada­

ma e il castello del Valentino).

Il figlio, Vittorio Amedeo II che ogni pie­

montese nomina con commossa riverenza,

figura nella Collezione con un grande ritrat-

C a r l o E m a n u e l e I V

to equestre di buon pennello. Il Re, vestito

di corazza, con la tradizionale tunica color

nocciola, lo scettro nella destra, l’ampia

parrucca, par che ordini un assalto nella sto­

rica giornata del 6 settembre.

La vita di questo Monarca, primo Re di

Sardegna, che dopo una fanciullezza ma­

laticcia e un ’adolescenza nell’ombra della

rigida potestà materna, si mostrò poi resi­

stentissimo alle fatiche di guerra, strenuo

capitano e abilissimo diplomatico e ammi­

nistratore, tanto che non si peritò di misu­

rarsi coll’onnipotente zio, Luigi XIV, e di

fiaccarne l’alterigia sotto le mura di Torino

centoventitrè anni or sono, si ricollega con

una delle tappe più gloriose della storia del

Piemonte e d ’Italia, perchè con Lui si raf­

forzò il prestigio della Dinastia Sabauda, in­

signita del titolo regio non più vano e de­

corativo come quello di Cipro e Gerusa­

lemme.

Vittorio Amedeo II animò di spartano

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