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I N D I C I D E M O G R A F I C I E M O V I M E N T O

D E L L A P O P O L A Z I O N E IN P I E M O N T E

I plessi industriali piemontesi influiscono —

tome è noto — sensibilmente sul movimento

della popolazione e sulla v ita economica delle

famiglie, specialmente là ove le industrie tes­

sili, attirando le donne nelle manifatture, la­

sciano agli uomini e ai ragazzi il carico dei la­

vori agresti. Ciò è evidente altresì ove, come

nell'Astigiano e nell’Alessandrino. si dinota una

spiccata complementarietà nelle a ttiv ità agri-

colo-industriali. Ma ba*ta allontanarsi da que­

ste zone per ritrovare il predominio delle forme

tradizionali di v ita connesse con la secolare

industria dei campi.

È nelle zone industriali dove il movimento

demografico assume particolare rilievo.

È troppo noto che il saggio dì natalità sì

mantiene da tempi per il Piemonte ad un

livello di poco superiore a quello della Liguria

che è il p i'i basso del Regno: ma in Torino il

fenomeno è ben pi

1

preoccupante. Non man­

cano però alcune considerazioni che ne atte­

nuano la gravità. L'influenza di Torino indu­

striale e commerciale sui paesi e regioni peri­

feriche è notissima. Ad esempio a Moncalieri

e Nichelino esistono interessi industriali e com­

merciali prettamente torinesi. La F ia t v i ha

una decisiva influenza. Così per la regione del

Sangone e di S. Quirico. E che dire della zona

compresa tra Orbassano e R ivo li che rac­

chiude una popolazione prevalentemente ope­

raia parte della quale scende giornalmente

per lavoro a Torino? La zona tra R ivo li e

Venaria risente l'influenza della Snia-Viscosa

e reciproci sono gli scambi d i lavoro tra la

nostra c ittà e quella zona. La plaga che si

trova a ridosso del plesso collinare (S . Mauro,

Kevigliasco, Pino , Pecetto) è a carattere agri­

colo, ma è soggetta a Torino come riforni­

menti e commercio.

1 saggi di natalità e nuzialità di questi co­

muni periferici, la coi v ita economica grava su

Torino, dimostrano come in essi siano rac­

chiuse linfe v ita li che non vanno a beneficio

<Mla c ittà , ma dei comuni stessi (1 ). S i ag-

la F ia t e la Snia, i cui operai e le cui famiglie

vivono fuori del comune di Torino, il quale

ne raccoglie spesso i decessi, giammai le na­

scite. In fa tti, i m alati fuori di c ittà , si river­

sano n lle corsie dei nostri ospedali, ma le

nuove esistenze vanno ad incrementare il sag­

gio di natalità dei comuni di residenza. E che

dire dei tubercolotici che dalla Venaria scen­

dono ai nostri ospedali? E che dire d .lla pe­

nosa città del Beato Cottolcngo inserita n ‘lla

città di Toiino che raccoglie varie m igliaia di

derelitti p rivi di possibilità o capacità genera­

tiv a ? M igliaia e m igliaia di poveri e miseri iv i

residenti muoiono nella nostra c ittà , aggra­

vano il nostro bilancio demografico, senza

contropartita di nuzialità e nata lità . Che i

miseri

1

.asi

n i nostri is titu ti carita tiv i

e ospedalieri non diano fru tti genetici è super­

fluo osservare, come è superfluo il rilievo che

la situazione potrebbe essere in ve rtita o co­

munque m igliorata se la c ittà potesse, come

avvenne altrove, trovar fecondo compenso

nelle aggregazioni comunali vicin iori.

La assenza di centri im portanti in prossi­

m ità della c ittà capoluogo ed una certa qual

tendenza nelle fam iglie numerose a mante­

nersi o a trasferirsi appena al di fuori della

cerchia cittadina per godere dell'organizza­

zione del capoluogo i vantaggi senza subirne

interamente gli oneri hanno pure il loro va­

lore in questo fenomeno. E d è da tener pre­

sente che anche per considerazioni d i carat­

tere sociale questo decentramento della massa

operaia è stato ricercato e volato da Torino.

L'impostazione di un piano regolatore regio­

nale, il perfezionamento delle tranvie vicinali

e la loro municipalizzazione, la costruzione di

ciclo-piste, sono ta tti provvedimenti intesi ap­

punto a far sì che anche chi, per ragioni di

lavoro, dai centri periferici deve venire in

c ittà possa farlo senza essere strappato dal*

giunga che i due centri industriali che mag­

giormente influenza— le ao

mt

circostanti sono

i l