

RASSEGNA D I POLITICA ESTERA
IL K E S V O DI C R O A Z I A
Versaglia fu la prati fabbrica di Stati Sovrani; ne
uscirono, nuovi o rifatti : Finlandia, Estonia. Let
tonia, Lituania, Polonia, Cecoslovacchia, Repub
blica Austriaca. Jugoslavia. Dopo vent'anni. cuȏ
uel breve giro di una generazione, questo ordina
mento frammentario dell'Europa versaillese è stato
cancellato. Sopravvive, mutilata, la Finlandia. La
Jugoslavia, sorta a spese dell*occidente europeo, ha
seguito per ultima la sorte riservata, nella Storia,
alle artificiose nazionalità. Con la sconfìtta militare,
i gruppi etnici che ne formavano la contradditoria
unità, si sono dissociati. La Croazia, rifiutando di
riconoscersi negli atti della politica serba, si è pro
clamata indipendente, ha ripreso la sua antichis
simo tradizione regia ed ha offerto la Corona di
Zvonimiro ad un Principe Sabaudo, dimostrando
di voler vivere entro l'orbita imperiale di Roma
garanzia e fondamento della sua ritrovata libertà.
11 bacino danubiano è la porta d'Europa. Da
tempo non memorabile, sino alla fine del secolo xvu.
vi hanno premuto, accavallandosi, le ondate dei po
poli asiatici e, nell alto medioevo, vi sono apparsi i
Croati (Hrvati) stanziatisi tra la Drava e la Sava.
La conqui-ta carolingia della Croazia avvenuta nel-
1*800 con la creazione del Margra\iato del Friuli,
gravitante religiosamente verso il Patriarcato di
Aquileia e il contatto con le città latine della Dal
mazia, impressero i caratteri della romanità a questo
popolo il cui Re Zvonimiro, nel 1076, ricevette la
investitura dal Pontefice Gregorio V II. Perduta in
seguito la propria autonomia, la Croazia rimase sotto
la Corona di Santo Stefano e nella Monarchia
Asburgica entro la sfera della spiritualità occiden
tale e cedette all'attrazione slavista solo nel 1918,
dopo il crollo della duplice monarchia, quando l 'i
deale di una comunità degli Slavi del sud, alimentato
dai vincitori di Versagli*, la spinse ad entrare in
quel complesso balcanico serbo-croato-sloveno che
le prometteva parità di diritti con gli altri plessi et
nici del nuovo Stato. Sorgeva cosi la Jugoslavia che
nelle intenzioni dei no«tri ex alleati doveva impe
dire che l'Adriatico diventasse una lago italiano. La
ventennale esperienza jugoslava, durante la quale
la megalomane prepotenza serba mirò a sopprimere
1*individualità croata, rendendo drammatico il pro
blema della
convivenza
politica fra i due popoli,
esasperò la volontà croata
d'indipendenza
conse
gnata nei
prìncipi e
nel
programma
del
movimento
rìvolazionario ustasa di coi l’animatore
Ante
Pa-
vebc fa costretto all'esilio e che la corrente mode
rata
ék
Maeek, «otto la pernione «iella guerra, con
dusse al compromesso del 24 agosto 1939. Ma il
c o
I|
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di Stato del marzo scorso, riponeva decisa
mente il popolo croato >u di uu piano >ecessioni*ta
maturando l'antitesi che minava la compagine sta
tale jugoslava. L'entrata delle Truppe dell*A«ise in
Zagabria, determinava la proclamazione dell'indi
pendenza della Croazia di cui il generale Zvaternik
assumeva provvisoriamente il potere per poi conse
gnarlo ad Ante Pavelic, richiamato in patria e con
sacrato « Poglavnik » del suo popolo. L'indipen
denza croata che ebbe, otto secoli or sono, i segni
della Monarchia e della Romanità, ha ripreso a v i
vere. La parentesi secolare dell'a^servimento, è
chiusa.
Il risorgere, dopo ottocento anni, del Regno
Croato segna il compiersi di due libertà : quella bal
canica di un popolo tradizionalmente partecipe della
comunità storica, spirituale e religiosa dell'Europa
occidentale e quella adriatica dell'Italia. La prima
resa possibile ed assicurata politicamente, territo
rialmente e militarmente dalla seconda. Tornano al
l'Italia i luoghi che hanno lungamente appartenuto
a Venezia e il cui possesso è legittimato oltre che
dalla storia e dal sentimento, da imprescindibili
ragioni di sicurezza. L'annessione della costa e delle
isole dalmate portano i nostri confini su di una linea
di demarcazione ove confluiscono, coi nostri, gli in
teressi vitali del Paese amico. Dal Capo di Santa
Maria di Leuca a Pola. da Pola a Vallona, tutto il
raggio costiero è nostro, salvo due tratti, quello che
corre dal Carnaro italiano all'italiana Zara e l'altro
compreso tra Spalato e Cattaro italiane: i due tratti
per i quali si affaccia e respira la Croazia. In tal
modo tutti gli Stati dell'opposta sponda adriatica
possono ormai essere considerati la proiezione bal
canica dello spazio vitale italiano nel quale si inte
grano, costituendo nello stesso tempo la fascia pro
tettiva della litoranea dalmata.
Nel quadro della economia mediterranea, la
Croazia presenta i caratteri della complementarità.
Le sue risorse agricole, zootecniche e forestali,
quando saranno razionalmente sfruttate, potranno
costituire la fonte maggiore di ricchezza di questo
paese eminentemente rurale, mentre le sue risorse
minerarie potranno diventare un apprezzabile ap
porto alla nostra economia e un proficuo campo di
impiego della nostra attività con vantaggio reci
proco poiché la Croazia potrà, con la nostra colla
borazione, incrementare anche quei rami di pro
duzione che dall'industria estrattiva traggono la
loro ragjoae di vita.