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settecentesca mèta preferita di passeggiate

di tanti torinesi, ne ha dati 45.

Il raccolto del prezioso tubero è stato così

complessivamente di oltre

1200

quintali, cifra

che, nel prossimo anno, sarà certo abbondan­

temente superata.

In un appezzamento di circa cinquemila

metri quadrati dei vivai municipali è stato

seminato granturco ed in altri tremila sono

stati coltivati fagiuoli e piselli.

Questo il sommario bilancio del primo espe­

rimento il cui successo induce a tentare cul­

ture cittadine su più vasta scala.

La campagna si trasferisce in città. I tori­

nesi vedranno più numerose squadre di giar-

dinieri trasformati in rurali, arare e zappare

appezzamenti di terreno ancor più vasti.

L'aratro trainato da cavalli squamerà la

terra per prepararla ad accogliere il seme.

Le macchine più moderne entreranno in

azione nei nostri parchi. Dove quest'anno

sono state coltivate la segale e le patate sarà

seminato il grano e ne sarà pure seminato

in altri appezzamenti in modo che la super­

ficie destinata alla coltura del frumento rag*

giungerà i duecentocinquantamila metri qua­

drati. mentre ad autunno inoltrato si cerche­

ranno altri terreni da coltivarsi a patate. In

tutti i giardini dove vi sono terreni fertili,

ma non eccessivamente vasti, si semineranno

leguminose.

Nel programma enunciato dal Podestà è

previsto l'ampliamento, fino al massimo pos­

sibile, della superficie coltivata nei parchi

ove quest'anno sono stati effettuati i lusin­

ghieri esperimenti di cui abbiamo parlato

e l'inizio delle coltivazioni in tutti quegli

altri ove esse sono possibili.

Verranno, in sostanza, coltivati tutti i

parchi della Città, senza trascurare i piccoli

giardini ed estendendo le colture alle pendici

del Monte dei Cappuccini, al Parco Michelotti,

alla sponda destra del Po e al Parco della

Rimembranza.

I tecnici municipali della Divisione • Giar­

dini e alberate che fino a ieri si occupavano

esclusivamente di intensificare nei vivai la

prodazione di piante di aho fasto per i superbi

viali della nostra città e di piante ornamen­

tali e di fiorì per i parchi ed i giardini di coi

pare caravano la a»annten^BM% sono ora

chiamati ad altri compiti, i n jé e—ere piè

precisi, ai vecchi compiti aggiungono i nuovi,

quelli della coltivazione dei cereali e degli

ortaggi, seguendo i nuovissimi criteri agrari

per la rotazione delle culture e per uno sfrut­

tamento intensivo del terreno con semina­

gioni di altri prodotti dopo il raccolto del

grano e del frumentone. In queste nuove

culture i tecnici del giardinaggio si sono

dimostrati espertissimi ed essi sono pronti ad

essere inviati di volta in volta presso i privati

che raccolto l’invito del Podestà, li richiede­

ranno per trasformare terreni incolti, aridi,

in fruttiferi orti.

Già in questo campo il Dopolavoro Provin­

ciale conta particolari benemerenze. Per suo

mezzo, sotto i suoi auspici già da anni molti

terreni, specialmente della periferia, sono ora

coltivati ad ortaglie da operai che hanno

avuto origini campagnuole e che l'amore alla

terra a cui li legano indistruttibili vincoli

hanno sentito risvegliarsi prendendo in con­

segna questi piccoli appezzamenti, che colti­

vati recano un sensibile sollievo al bilancio

familiare. Gli orti dei dopolavoristi torinesi

sono portati ad esempio per la cura con cui

sono tenuti e per il quantitativo di prodotti

che danno. Già ora non un angolo di terreno

viene trascurato, eppure in questo periodo

ogni sforzo verrà fatto per aumentare ancora

la produzione.

Perfino nelle caserme i comandanti di reg­

gimento hanno favorito iniziative del genere.

Sappiamo di alcuni terreni incolti che conve­

nientemente dissodati e lavorati da soldati di

origine campagnuola verdeggiano ora di cavoli,

insalate, rape, pomidori, tutte le verdure che

servono a migliorare il rancio.

Sono tutti rivoli che riuniti formano un

fiume, piccole produzioni che nel complesso

possono alleggerire sensibilmente le richieste

del mercato.

* # *

Anche l'allevamento dei conigli è prati­

cato in alcune caserme, ma in più larga scala

allevamenti di conigli e polli sono (atti dai

Dopolavoro mentre ora anche i privati seguono

l'esempio al fine di contribuire all'alimenta­

zione carnea.

In aM»lte ampie terrone e cortili, special-

mente della periferìa, le fiuniglie hanno a ll»-