

Uffici Municipali con programmi alquanto diversi
da quelli che hanno guidato lo studio particolareg
giato e conclusivo che noi oggi presentiamo.
In tale primo progetto si sosteneva infatti l'idea
di lasciare nella zona solo più l'attività mercatizia
minuta, trasportando la residua attività all'ingrosso
rimastavi dopo il trasporto del mercato ortofrutti
colo alPingrosso, proprio nella zona di questo.
Alla Porta Palazzo conveniva imprimere tutto un
nuovo volto, facendone una zona residenziale e di
uffici, in considerazione della sua centralità e della
sua vicinanza alle sedi del Municipio, della Pro
vincia, della Prefettura e del Tribunale, ecc.
Poteva restare nella zona l'attività minuta di det
taglio, sempre sotto forma di mercato (un mercato
semplicemente rionale), da raccogliere in gallerie
chiuse sistemate nell'interno di lotti fabbricati.
Al progetto di sistemazione della zona di Porta
Palazzo i progettisti allegavano infatti un progetto
dettagliato di mercato per il pollame, formaggi, sca
tolame, alimentari in genere, oltre che di attrezzi
agricoli, cordami, imballaggi, ecc., da costruire in
piazza Balilla, frontalmente al mercato ortofrutti
colo.
Il progetto sviluppava cioè il concetto, tutt'altro
che errato come principio ma forse non valutato
nei suoi giusti valori, che attorno al mercato orto-
frutticolo occorreva creare il punto di scambio eco
nomico fra città e campagna, dando la possibilità
al produttore di campagna di rifornirsi, nella zona
stessa dei suoi affari, di tutto quanto potesse oc
corrergli.
In sostanza i progettisti affermavano che in pre
senza di due zone ugualmente sofferenti (anche la
Porta Palazzo era stata gravemente danneggiata dal
l'amputazione del mercato ortofrutticolo all'ingros-
so) conveniva decidersi drasticamente, valorizzando
compiutamente quella nuova e rinnovando radical
mente, su altre basi, quella vecchia.
Per la Porta Palazzo si prevedeva — secondo una
idea già lanciata dagli architetti Annibaie e Giorgio
Rigotti — la creazione di una stazione di corrieri
e conducenti allo scopo di stabilire il fulcro di una
nuova attività economica.
Il progetto si arenò nelle more imposte dalla cam
pagna per l'impero e dalle conseguenti sanzioni.
Il finanziamento, che pareva già assicurato, diventò
invece impossibile; le difficoltà costruttive derivanti
dagli imperativi d-
ntrosanzioni complicarono
non indifferentemente il problema che anche eco
nomicamente offrì qualche nuova incognita.
L'idea venne perciò lasciata cadere, ma i pro
gettisti continuarono ad elaborarla e perfezionarla.
Ai primi dell'anno 1940 si costituiva nella nostra
città una Società Immobiliare fcotto il patrocinio
della Compagnia Anonima d'Assicurazione di To
rino, con il proposito di affrontare quei problemi