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PER LO S V I L U P P O DI T OR I NO

E DEL LA SUA REGI ONE

Come in tempo di pace si preparano i piani di

guerra, cosi in tempo di guerra è doveroso tar

convergere le energie non impegnate nell’attività

bellica sulla preparazione dei piani di pace, in

modo che, tìnite le ostilità, tali piani si possano

mettere immediatamente in esecuzione, senza ulte­

riori ritardi per indagini, studi e discussioni.

Dei piani che si realizzano in tempo di pace,

quelli urbanistici sono certamente tra i più impor­

tanti: fondare, risanare, ampliare città grandi, pic­

cole e piccolissime sono opere eminentemente di

pace; in periodo bellico, la guerra può talvolta

esigere qualche provvedimento di indole urbani­

stica. ma solo per impellenti necessità militari:

le opere richieste dal benessere morale, economico

e biologico della collettività cittadina restano da

noi quasi interamente sospese.

Per predisporre proficuamente tali piani sarà

anzitutto indispensabile tare il punto di ocni

situazione: constatare a qual punto si sia rimasti.

indagare quali siano i bisogni soni, scegliere le

direttive da seguire e pieparare i mezzi per rag­

giungerle.

Come la grande guerra passata insegna, dei

fattori urbanistici più importanti, quello che mag­

giormente risente del periodo bellico (oltre quello

demografico), è certamente quello edilizio. Per la

sua immediata influenza sul benessere della popo­

lazione e per i mezzi finanziari cospicui che richiede,

sarà certamente utile fare una prima sommaria in­

dagine e trarne le prime ovvie, naturali conseguenze.

Dal censimento del

21

aprile

1931

, che ebbe

particolare cura di indagare la situazione edilizia

cittadina, risulta che a Torino vi erano

487.481

stanze occupate da

555.003

persone, ossia per

ogni abitante vi erano

0.87

camere. Igienisti e

sociologhi ritengono che nel complesso di una

città occorre assegnare in media almeno una camera

per persona, considerando affollate o sovraffol­

late le camere aventi più di un abitante.