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tale sia stato bene impiegato, se cioè esso ha ser­

vito effettivamente a migliorare le condizioni

morali, fisiche ed economiche degli antichi e dei

nuovi abitanti della nostra città.

Per rispondere a tale domanda ritengo utile

fare un altro appello alla statistica, per conoscere

quali siano i nuovi cittadini per i quali si affron­

tano tali ingenti opere e spese. L ’incremento natu­

rale (Cioè la differenza tra le nascite e le morti dei

cittadini residenti nella città) è notoriamente

quasi nullo. Rimasto negativo fino al 1935, ora

ha superato il pareggio con il piccolo attivo medio,

durante questi ultimi sei anni, di 1,02 ' « abi­

tanti all’anno.

L ’incremento della popolazione torinese, come

è noto, è rappresentato quasi esclusivamente dal